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Questo articolo è stato pubblicato il 15 gennaio 2015 alle ore 13:37.
L'ultima modifica è del 15 gennaio 2015 alle ore 14:16.
La recente discesa dell'euro in rapporto al dollaro, l'attesa per l'operazione di quantitative easing della Bce che potrebbe far scendere ulteriormente l'euro, le ingenti quantità di moneta unica europea ormai acquisite dalla Banca nazionale svizzera (Bns) per frenare il franco. Sono i tre elementi principali, secondo molti analisti della piazza elvetica, che hanno spinto la stessa Bns ad annunciare oggi la revoca della soglia minima di cambio con l'euro, fissata a 1,20 franchi e in vigore dal settembre del 2011.
Per cercare di attenuare l'effetto di rialzo sul franco, la Bns ha contemporaneamente abbassato di 0,5 punti, fissandolo a -0,75%, il tasso di interesse applicato sugli averi in conti giro, ossia sui fondi delle banche depositati presso di essa. L'istituto di emissione elvetico ha inoltre nuovamente adattato verso il basso e in zona negativa il margine di fluttuazione del Libor a tre mesi, il principale tasso di riferimento sul franco , che è ora compreso tra -1,25% e -0,25% (sinora era tra -0,75% e +0,25%). Ma questa rete di tassi negativi non ha evitato la reazione immediata dei mercati, con la risalita del franco che attorno a metà giornata era attorno all'1 a 1 con l'euro e con il tonfo della Borsa di Zurigo (-13% a fine mattinata).
La caduta degli indici azionari elvetici è chiaramente legata ai timori per l'export elvetico, che potrebbe subire un colpo di freno a causa di un franco ancora più forte. Le prime reazioni delle associazioni delle imprese svizzere all'abolizione della soglia di cambio sono molto negative. Le esportazioni sono una voce rilevante del Pil elvetico e industria, commercio, turismo ora temono alcune battute d'arresto. Il Ceo di Swatch, Nick Hayek, ha affermato di non aver parole e di considerare il passo della Bns come uno tsunami per l'industria dell'export, per il turismo e per l'intero Paese.
La mossa della Bns è giunta abbastanza a sorpresa. Non più tardi di dieci giorni fa il presidente della Bns Thomas Jordan aveva infatti detto in un'intervista televisiva che la soglia minima era assolutamente centrale e irrinunciabile. Alcuni analisti avevano peraltro fatto notare che le riserve valutarie della Bns, sull'onda degli acquisti di euro per mantenere la soglia, erano ormai a livelli elevatissimi, difficilmente aumentabili. Per spiegare la mossa di oggi, la Bns ha sottolineato il fatto che l'economia elvetica in questi tre anni ha saputo trarre profitto dalla soglia minima con l'euro ed ha aggiunto che la soglia non poteva durare per sempre. La Bns ha anche rilevato che il dollaro è salito pure sul franco, fattore questo che attenua almeno in parte gli effetti negativi della discesa dell'euro sulle esportazioni rossocrociate.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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