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Questo articolo è stato pubblicato il 20 gennaio 2015 alle ore 07:47.
L'ultima modifica è del 20 gennaio 2015 alle ore 10:30.

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PECHINO - La conferenza stampa più importante dell'anno, quella che emette il verdetto definitivo sulla crescita cinese, svela punto per punto i dati ufficiali dell'Ufficio nazionale di statistica. Per Pechino e' sempre un grande evento e sulle spalle di Ma Jantang, il direttore dell'Istat cinese, c'e' tutto il carico dell'ultimo scorcio d'anno e il bilancio del 2014.

Attesa come sempre con ansia, la conferenza arriva dopo l'ennesimo crollo della borsa che ieri ha incassato a Shanghai un secco 7,7 in meno, facendola tornare ai valori del 2008-9, quando si era in piena crisi finanziaria globale. Ebbene, il prodotto interno lordo della Cina è aumentato del 7,3% anno su anno nel quarto trimestre del 2014, corrispondente al tasso del terzo trimestre, ma l'Ufficio nazionale di Statistica rivela che la crescita sull'anno è ferma a 7,4 mentre le aspettative rese note a marzo durante la riunione plenaria del Parlamento cinese dal premeir Li Keqiang prevedevano un 7,5.

L'aumento è stato appena al di sopra della media del 7,2% previsto da 17 economisti in un sondaggio del Wall Street Journal. Il dato ha spinto la crescita per l'intero anno al 7,4%, il tasso più basso da 24 anni, in calo dal 7,7% nel 2013. Nel terzo trimestre, la crescita è stata dell'1,9%.

Il Prodotto interno lordo della Cina è aumentato così del 7,3% anno su anno nel quarto trimestre del 2014, corrispondente al tasso del terzo trimestre. Bisognerà adesso anche guardare punto per punto cosa succederà per le singole voci dell'economia cinese che il rapporto passa analiticamente in rassegna.

La Cina rallenta anche per l'Fmi, per il quale la Russia crolla, il Pil si contrarrà nel 2015 del 3,0% e il prossimo anno dell'1,0%. Frenerà anche la Cina, con il Pil – rivela l'Fmi - che salira' nel 2015 del 6,8% (-0,3 punti) e nel 2016 del 6,3% (-0,5 punti).
Dopo i dati dell'Istituto di statistica respirano le borse cinesi, l'Hang Seng Index guadagna lo 0.6%, il composite cresce del 2,3. Resta il fatto che si tratta della crescita più lenta della Cina negli ultimi 24 anni. Il World Economic Outlook di gennaio prevede che l'economia mondiale crescerà del 3,5% quest'anno e 3,7% il prossimo, secondo l'Fmi a tenere la barra sono gli Usa.

La frenata cinese è un elemento indesiderato, in più Pechino dovrà tenere sotto controllo il fenomeno del credito, orientarlo nella giusta direzione, gestire i potenziali crack dei real estate developer in crisi nera. Inoltre la crescita degli investimenti in Cina è diminuita nel terzo trimestre del 2014, e si segnala un ulteriore rallentamento.
Il rallentamento della crescita in Cina rischia di avere anche importanti effetti regionali, il che spiega in parte le revisioni al ribasso della crescita in gran parte dell'Asia emergente.
Per l'Fmi l'Asia crescerà del 6,4% quest’anno e 6,2% il prossimo. I prezzi del petrolio più bassi potrebbero aiutare la crescita di India, Indonesia e Malesia, per esempio ma è la Cina a rallentare anche nell'effetto traino.

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