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Questo articolo è stato pubblicato il 27 gennaio 2015 alle ore 06:45.

Nuova caduta del rame a Londra, con l’apertura di settimana in ribasso del 3% a seguito di un crollo del 5% nella notte allo Shanghai Futures Exchange. Al Lme il metallo è sceso fino a 5.339 $/tonnellata (tre mesi), il minimo da luglio 2009. Le indicazioni dei grafici sono ancora ribassiste, con alcuni analisti tecnici che vedono possibile un attacco verso 5.200 $. Ma per ora sembra svilupparsi un supporto intorno a 5.400 $, con la resistenza a salire rimasta in area 5.800 $.
La fase ribassista si era lentamente sviluppata mesi fa sulla previsione, poi venuta meno, di forti eccedenze. Il rame non ha mai recuperato, perché nel frattempo sono sopraggiunte attese di rallentamento della domanda, con una marcata riduzione dei premi per l’acquisto di catodi. Recentemente poi le giacenze Lme hanno ripreso a salire, in gennaio di ben 61mila tonnellate (a 236mila), alimentando le voci che le entrate sarebbero opera di grossi commercianti internazionali, allo scopo di creare un quadro più ribassista.
Mentre sul lungo termine i bassi prezzi del petrolio dovrebbero favorire la crescita economica globale, al momento sul mercato del rame pesa soprattutto l’impatto iniziale di una riduzione dei costi di estrazione e raffinazione. Si teme inoltre che il metallo possa soffrire una discesa simile a quella del petrolio.
Anche il periodo che precede le feste per il nuovo anno cinese, quest’anno tra il 19 a il 25 febbraio, rende nel frattempo il mercato vulnerabile a nuove discese, perché in vista della sosta di gran parte delle attività in Cina dovrebbero rarefarsi gli acquisti di metalli. Il quadro teorico prevede comunque che al rientro dalle vacanze, in considerazione di un bilancio globale domanda-offerta equilibrato, la richiesta di rame possa riaccendersi portando in primavera i prezzi a risalire sopra 6mila $.
Una simile visione è sostenuta da alcuni analisti, già ribassisti negli ultimi mesi, che ora ritengono che il fattore chiave per il 2015 sia il fatto che importanti produttori, Bhp Billiton e Rio Tinto in testa, abbiano ridotto i programmi di estrazione, mentre è attesa in calo anche la produzione cinese di raffinato. L’eccedenza di rame potrebbe quindi ridursi quest’anno a un massimo di 100mila tonnellate.
Su queste prospettive, Jp Morgan e Macquarie si aspettano una ripresa a 6.200 $ in media per il secondo trimestre. Goldman Sachs d’altra parte ha appena ridotto le previsioni per il 2015 a 5.542 $ di media.
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