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Questo articolo è stato pubblicato il 12 febbraio 2015 alle ore 11:51.
L'ultima modifica è del 12 febbraio 2015 alle ore 12:02.

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Fabrizio Viola (Ansa)Fabrizio Viola (Ansa)

«È un bilancio complesso, come si legge nei numeri. Dopo di che, se si guarda con razionalità e non con emotitività ai dati, si può vede come questo bilancio possa permettere alla banca di tornare, nel 2015, a esprimere la sua capacità di essere una banca normale». Fabrizio Viola, ceo di Mps, commenta così al Sole 24 Ore il bilancio che ha evidenziato una perdita record da 5,34 miliardi di euro. Un risultato che arriva dopo una profonda pulizia del portafoglio crediti, che ha comportato un aumento delle rettifiche alla quota di 7,82 miliardi.

L'altra notizia di ieri è la decisione, da parte del Cda della banca, di alzare l'asticella dell'aumento di capitale dai precedenti 2,5 miliardi fino a 3 miliardi di euro. «La Bce ci ha autorizzato a varare questa operazione in anticipo rispetto alle previsioni, che davano l'ok in arrivo a metà febbraio», dice Viola. D'altra parte, la quota di 3 miliardi è «un limite massimo - precisa il manager - perché l'esatto ammontare lo deciderà il Cda a tempo debito. Noi continueremo a lavorare così da ottimizzare l'utilizzo del capitale». Non è da escludere, è il ragionamento, che la cifra possa anche scendere.

«È un bilancio complesso, come si legge nei numeri. Dopo di che, se si guarda con razionalità e non con emotitività ai dati, si può vedere come questo bilancio possa permettere alla banca di tornare, nel 2015, a esprimere la sua capacità di essere una banca normale». Fabrizio Viola commenta così al Sole 24 Ore il bilancio che ha evidenziato una perdita record da 5,34 miliardi di euro, che arriva dopo il rosso di 1,43 miliardi dello scorso anno. Conseguenza di una profonda pulizia del portafoglio crediti, che si è tradotta in un aumento delle rettifiche alla quota di 7,82 miliardi, ben oltre i 4,18 miliardi imposti da Bce. «Abbiamo deciso di varare un processo di derisking conclusivo, spinto anche dalle nuove regole dettate dalla Bce con l'Asset quality review, che hanno comportato un netto aumento degli accantonamenti», spiega il manager. L'aumento delle rettifiche insomma non si è limitato alle extra-svalutazioni richieste da Bce, ma ha interessato l'intero portafoglio crediti. «Bce aveva analizzato 73 miliardi, noi abbiamo applicato quei criteri a tutti i 129 miliardi in portafoglio». Ecco perchè «abbiamo registrato un aumento della copertura sui crediti dubbi, che è salita del 7%».

Ma l'altra notizia di ieri è la decisione, da parte del Cda della banca, di alzare l'asticella dell'aumento di capitale dai precedenti 2,5 miliardi fino a 3 miliardi di euro. «La Bce ci ha autorizzato a varare questa operazione in anticipo rispetto alle previsioni, che davano l'ok in arrivo a metà febbraio», dice Viola. D'altra parte, la quota di 3 miliardi è «un limite massimo - precisa il manager - perchè l'esatto ammontare lo deciderà il Cda a tempo debito. Noi continueremo a lavorare così da ottimizzare l'utilizzo del capitale». Non è da escludere, è il ragionamento, che la cifra possa anche scendere. «Vedremo di limitare la dimensione di capitale richiesta agli azionisti. Ma nel contempo dobbiamo rispettare i vincoli richiesti da Bce».

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