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Questo articolo è stato pubblicato il 27 maggio 2015 alle ore 06:39.

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Per il titolo Generali, quella di ieri è stata una vigilia tranquilla. La compagnia ha chiuso l’ultima seduta precedente la presentazione del nuovo piano industriale (oggi a Londra) con un progresso dello 0,28% a 17,74 euro. La prudenza del mercato è evidentemente comprensibile, l’attenzione, d’altra parte, è tutta proiettata verso ciò che il ceo Mario Greco racconterà alla comunità finanziaria. Gli occhi, stando anche a quanto raccolto da Radiocor, sono puntati fondamentalmente su tre temi chiave, declinati con sfumature differenti dai diversi analisti,: la Solvency economica, gli utili e i futuri dividendi. Ciò che gli investitori immaginano, in altre parole, è di essere definitivamente confortati sul rafforzamento patrimoniale (anche con Solvency II) della compagnia e di avere certezza che la cedola crescerà fino ad allinearsi stabilmente sui livelli dei principali competitor, ciò naturalmente grazie a profitti in costante ascesa.

È attorno a questi tre elementi che ruotano le “scommesse” degli analisti. Al punto che, per Ubs,la presentazione di oggi «sarà un’importante pietra miliare» per il gruppo. Ubs crede in un progresso degli utili dell’8% nel periodo 2014-2019, il che dovrebbe favorire la normalizzazione del dividend yield rispetto agli altri big del settore ribaltando l’attuale sconto del price/earning. Mediobanca sottolinea invece che le attese sono tutte concentrate sui nuovi target di utili netti ed operativi, sulla cedola e sulla Solvency economica. Le stime sono di un risultato operativo di 5,55 miliardi di euro nel 2018 e di un utile netto superiore a 2,6 miliardi a fronte di un free cash flow potenziale di 1,8 miliardi ante-dividendo, leggermente sotto il consensus di 2 miliardi. Gli analisti di Mediobanca ritengono inoltre che la società possa darsi un target di 1 euro di dividendo a fine 2018. Più critico Bernstein che guarda ancora al passato sottolineando che tre target del vecchio piano sono stati abbandonati strada facendo: si tratta del capitale economico che doveva essere superiore al 200%, dell’utile operativo che doveva arrivare a 5 miliardi (in realtà è stato raggiunto in anticipo l’obiettivo di un Roe operativo al 13,2% nel 2014) e di un riequilibrio dei premi tra vita e danni.

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