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Questo articolo è stato pubblicato il 02 giugno 2015 alle ore 06:39.
L’obiettivo è far sì che arrivi a traguardo una serie di contratti di esportazione di beni e servizi forniti da imprese italiane e loro controllate, come già accaduto in passato. Sace ha così deliberato una garanzia su una linea di credito da 200 milioni di dollari in favore di Sonangol, la compagnia petrolifera nazionale angolana. Un assist in più, insomma, per rafforzare la competitività delle aziende della penisola attive nei grandi progetti nel settore oil e gas in mercati emergenti.
L’impegno del gruppo assicurativo-finanziario segue la missione nell’Africa sub-sahariana guidata a luglio scorso dal premier Matteo Renzi a cui aveva preso parte anche l’ad di Sace, Alessandro Castellano, oltre a una folta delegazione di manager italiani (tra cui il numero uno di Eni, Claudio Descalzi, quello di Finmeccanica, Mauro Moretti e l’ex ad di Saipem, Umberto Vergine). In quell’occasione, la controllata di Cdp aveva annunciato due operazioni: una garanzia su una linea di credito da 164 milioni erogata al ministero delle Finanze angolano per il completamento dei lavori di costruzione dell’autostrada Luanda-Soyo affidati all’italiana Cmc Ravenna; e, per l’appunto, un secondo impegno su una linea da 500 milioni di dollari riservata a Sonangol per l’acquisto di merci e servizi italiani. Rispetto a quella disponibilità, sono stati quindi finalizzati per il momento 200 milioni di dollari.
Sace ha già concluso varie operazioni con Sonangol in passato e, con questa ulteriore copertura, il gruppo di Castellano punta a imprimere un colpo di acceleratore allo sviluppo di rapporti commerciali tra il big petrolifero angolano e le imprese italiane attive nel settore oil&gas. Sace è impegnata da tempo nell’Africa sub-sahariana. Già a partire dal 2007, il gruppo ha avviato il “programma Africa” con l’obiettivo di concedere aperture verso paesi in cui esiste un significativo livello di rischio. E, a oggi, soltanto in quell’area, il portafoglio di operazioni assicurate da Sace supera i 700 milioni di euro, mentre in tutto il settore dell’oil&gas è pari a 7,5 miliardi di euro (il 25% dell’esposizione complessiva del gruppo, con, a seguire, le infrastrutture al 15% e la crocieristica al 13%).
Nuovi fronti, però, potrebbero aprirsi nell’Africa sub-sahariana. La missione lampo di Renzi ha infatti permesso a Sace di accendere i riflettori anche sul Mozambico e, in particolare, su due versanti: il programma di sviluppo di Eni nell’Area 4 dove il gruppo di Descalzi ha messo a segno la più grande scoperta di gas della sua storia nel nel complesso Mamba-Coral e il progetto del parco Gnl onshore dell’americana Anadarko che di recente ha selezionato per l’avvio iniziale della struttura la joint venture costituita da Saipem, Chiyoda e Cb&I.
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