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Questo articolo è stato pubblicato il 09 giugno 2015 alle ore 06:39.

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Se le ottosettimane di esclusiva per chiudere la trattativa andranno come previsto, soldi compresi, mister Bee, il tycoon thailandese, avrà (forse) coronato un sogno. Ma il vero affare, questo è certo lo farà Berlusconi. È quello che,con ogni evidenza, emerge da uno studio riservato che rappresenta la base di trattativa per il broker thailandese e che Il Sole24Ore ha potuto visionare.

Oltre 100 pagine che scavano nei conti della squadra rossonera e che dicono di fatto che quel miliardo di valorizzazione per il 100% del club di Milanello sta nell’empireo dei desideri di Berlusconi, più che nella realtà. La vendita giunge nel punto di ciclo tra i più bassi della storia recente della squadra. Dal 2012 al 2014 infatti il Milan ha perso quasi il 30% dei ricavi, precipitando da 329 milioni di euro a 232 milioni. Le perdite nello stesso arco di tempo si sono approfondite: da 7 milioni sono arrivate a 91 milioni. E il patrimonio netto è andato in rosso già nel 2012 per 55 milioni e nel 2014 il passivo patrimoniale è di ben 94 milioni. I debiti (solo quelli finanziari) a 247 milioni superano ormai l’intero fatturato. Un triennio di passione che non è finito.

Il budget per il 2015 con la stagione appena conclusa prevede un'altra perdita per 63 milioni e i ricavi poco sopra i 223 milioni. Una situazione in cui Fininvest è già dovuta intervenire con un aumento di capitale per 60 milioni a marzo di quest’anno, mentre lo studio ipotizza un’altra iniezione di denaro per 50 milioni a fine estate. Capitali necessari anche perché l’operatività è garantita da denaro caldo delle banche per 140 milioni con tassi di interesse di 325 punti base sull'Euribor e da linee di factoring per 106 milioni.

Finanziariamente il Milan non gode certo buona salute e pretendere di valere un miliardo vuol dire valorizzarsi quasi 5 volte il fatturato. Che è il valore di Borsa del Manchester United che però fa utili ogni anno pari in media al 5% dei ricavi dal lontano 2011.

In questi giorni gli avvocati delle parti sono al lavoro per scrivere gli accordi parasociali (con opzioni put & call) in vista di una possibile quotazione ad Hong Kong del club rossonero. Certo, ci sono ancora diversi lati oscuri: a cominciare dal fund raising dell’operazione. Non è infatti ancora chiaro chi saranno gli investitori della cordata di Mr Bee capaci di iniettare ben 480 milioni. La Ads Securities di Abu Dhabi e la cinese Citic sembrano finanziatori o intermediari più che soggetti direttamente investitori.

Nel documento di oltre 100 pagine redatto dai suoi advisor Mr Bee ha puntato l’attenzione sul danno provocato al Milan dall’assenza dalla Champions League che ha causato nel 2012-2014 un trend dei ricavi in calo del 42%. Mr Bee ha poi analizzato le massime perdite accettabili in bilancio secondo il fair play finanziario e ha avviato uno studio di fattibilità sull’Ipo ad Hong Kong. La quotazione farà apparire i “veri valori” che sono quelli del mercato. Qui il confronto con altri club è impietoso. Il Manchester strappa le valutazioni più elevate sul mercato grazie alla redditività alta. Ma che dire del Borussia Dortmund? Sul mercato capitalizza 320 milioni di euro, vale poco più di una volta il suo fatturato, ma fa utili copiosi: 92 milioni negli ultimi tre anni. Non avrà il blasone del Milan, ma persino il Celtic fa profitti e vale in Borsa 1,6 volte il suo fatturato e 6 volte gli utili. La Juventus reduce da una grande stagione vale sul mercato 297 milioni con ricavi per circa 300 milioni. Ma il patrimonio c’è ed è positivo per 42 milioni . Il margine operativo è di 69 milioni, la perdita è contenuta a meno di 7 milioni e i debiti finanziari sono di 211 milioni. La Roma al contrario si avvicina quanto a conti (pessimi) al Milan. Il patrimonio (dati giugno 2014) è negativo per 81 milioni, la perdita è stata di 38 milioni i debiti sono a 137 milioni con solo 128 milioni di ricavi. In Borsa vale invece 207 milioni. Insomma, nessuno si avvicina ai valori stellari della trattativa con mister Bee, che sta facendo una scommessa rischiosa. Forse l’unica ragione è che con 480 milioni cash, Berlusconi potrebbe tornare in possesso dei soldi spesi in passato. Negli ultimi 10 anni Fininvest ha infatti ricapitalizzato il Milan per oltre 360 milioni.

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