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Questo articolo è stato pubblicato il 17 giugno 2015 alle ore 06:38.

La nuova governance della società dei controllori di volo Enav sta prendendo forma in queste ore. Dopo la designazione da parte del governo del nuovo presidente Ferdinando Beccalli Falco e dell’ad, Roberta Neri, si sta lavorando in questi giorni all’equilibrio delle deleghe che verranno attribuite dal cda nella prima riunione dopo l’assemblea che approverà le nomine il prossimo 30 giugno (o il 15 luglio in seconda convocazione). La novità che sta emergendo è che il presidente Beccalli Falco con tutta probabilità avrà un ruolo operativo, con competenze sull’espansione internazionale del business di Enav e in parte anche sulla privatizzazione. In effetti la scelta di un manager con una solida esperienza internazionale e relazioni ad alto livello in Europa e non solo non può essere stata casuale: Beccalli Falco è stato sino al dicembre scorso (quando ha lasciato per aver raggiunto i 65 anni di età) presidente e ad di General Electric Europe, con base in Germania, e da lì ha gestito il business del colosso dell’energia e della finanza sia nel vecchio continente che fuori, con una particolare attenzione al mercato asiatico. Quello stesso mercato dove la società dei controllori di volo ha vinto molte commesse negli ultimi anni. Il nuovo presidente sembra destinato quindi ad avere un ruolo importante come controparte in occasione di commesse che spesso si negoziano direttamente con i capi di governo e con gli emiri, come può accadere a Dubai, dove Enav ha vinto un contratto per la progettazione dello spazio aereo del nuovo scalo, che sarà uno dei più grandi al mondo. La scelta di Beccalli Falco costituisce anche il primo segnale che il governo intende far proseguire la società su questo percorso che era stato ideato dall’ex amministratore unico, Massimo Garbini. Far crescere i ricavi da attività terze rispetto al core business del mercato regolato italiano è la chiave per attirare l’interesse degli investitori in vista della privatizzazione. In questo senso si giustifica anche la scelta dell’ad Neri, una carriera come direttore finanziario in Acea (anche qui il core business è regolato) che la consentito di seguire anche l’Ipo dell’utility in Borsa, oltre che l’alleanza internazionale con il gruppo Gdf-Suez. Anche questa soluzione potrebbe costituire un segnale in merito al fatto che il governo avrebbe optato per l’opzione di una quotazione in Borsa, in alternativa alla cessione a trattativa diretta prevista dal Dpcm. Difficile, però, che l’Ipo possa essere realizzata entro la fine di quest’anno.

I due manager andranno ad affiancarsi in consiglio a Maria Teresa Di Matteo, attuale presidente, e ai consiglieri Alessandro Tonetti e Nicola Maione. Il cda resterà in carica ancora due anni, visto che i tre consiglieri erano stati nominati nell’autunno scorso.

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