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Questo articolo è stato pubblicato il 23 giugno 2015 alle ore 06:38.

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Inwit debutta a Piazza Affari con un balzo boom e il 7% del capitale passato di mano. Il titolo ha chiuso le contrattazioni di ieri con un rialzo dell’11,51% a 4,07 euro, rispetto a un prezzo di collocamento di 3,65 euro. Positiva anche Telecom Italia che è cresciuta dell’1,98% portandosi a 1,18 euro. «Siamo molto soddisfatti», ha commentato Oscar Cicchetti, amministratore delegato della società che ha voluto sottolineare «la storia industriale solida» dell’azienda e ha posto l’accento sui nuovi soci: «grandi investitori italiani e stranieri e molti piccoli azionisti».

In particolare, due fondi, blasonati, si sarebbero ritagliati posizioni superiori al 2% e si tratterebbe di Threadneedle e di Harvard management capital.

L’esito di tutto ciò è che la società delle torri controllata da Telecom ieri valeva a Piazza Affari circa 2,4 miliardi di euro, ossia 17,7 volte il margine operativo pro-forma registrato dalla società nel 2014. Multipli che si confrontano con quelli dei colossi infrastrutturali americani - tra le 18,8 volte e le 22,6 volte (sempre se si considerano i conti 2014) - che però godono di un trattamento fiscale agevolato. Da parte sua, Inwit, può invece vantare una serie di primati, come quello di avere la rete più estesa del paese (27% del mercato) e di avere realizzato le proprie torri (11.500)su siti ben posizionati. Senza contare che con l’avvento del 5 G le ipotesi di un’ulteriore crescita organica sono quasi una certezza. Dal punto di vista dei numeri poi, giocano a favore della società almeno un paio di elementi: il basso debito (di 120 milioni) e una redditività rotonda garantita dal 40% di margine Ebit, superiore al 29% che registrano le torri tv italiane e al 36% di alcuni colossi americani. Ci sono poi 660 milioni di riserve distribuibili che, volendo, in mancanza di alternative, prima o poi potrebbero essere restituite agli azionisti. Soci che in media beneficeranno in ogni caso di uno yield stimato attorno al 4%.

Al boom può poi certamente aver contribuito la richiesta di titoli rimasta “inevasa”in sede di Ipo. Basti ricordare che il valore complessivo della domanda è stato pari a circa 2 miliardi di azioni, contro i 240 milioni di titoli assegnati, per un controvalore di circa 7 miliardi di euro. Questi fattori, combinati assieme, possono dunque aver generato una certa attesa sul mercato e avere contribuito al rally delle azioni. Senza contare la potenziale speculazione legata alle opportunità di sviluppo future. C’è già chi scommette, infatti, che Inwit possa essere il baricentro di un risiko del settore. E il ceo, Cicchetti, lo ha peraltro confermato: «Vediamo di fronte un paio d'anni in cui ci sarà un percorso di consolidamento del settore e Inwit ha tutte le caratteristiche giuste per parteciparvi». Difficile immaginare che possa guardare alle emittenti tv, più probabile che butti lo sguardo sulle infrastrutture dei competitor. Ci sono certamente le 11.400 torri di Vodafone, che oggi però non sembrano essere ancora oggetto di spin-off, e poi ci sono le circa 8 mila ex torri Wind finite ad Abertis e collocate sul mercato spagnolo attraverso Cellnex. Quest’ultime potrebbero rivelarsi una buona carta da giocare poiché valgono quasi il 18% del mercato. Da capire con che modalità potrebbe eventualmente prendere forma l’operazione. Telecom si è detta disponibile a scendere sotto il 50% del capitale se l’opportunità fosse ghiotta. Di certo, però, non rinuncerebbe mai a una solida presa sulla governance. E forse anche per questo non va dimenticato che sul territorio esistono ancora numerose piccole realtà che Inwit potrebbe aggregare.

Di tutto ciò, uno dei principali beneficiari è certamente Telecom Italia. Inwit è stata scorporata solo qualche mese fa a un valore di 1,38 miliardi ma grazie al debutto boom vale già 2,4 miliardi. Tradotto significa che la compagnia telefonica può vantare sulla controllata una sorta di plusvalenza implicita di circa 1 miliardo. Non si tratta di una vera e propria plusvalenza poiché Telecom, avendo venduto il 40% di Inwit e mantenendo in portafoglio il restante 60% , di fatto continua a consolidare la controllata. Tuttavia, rappresenta una considerevole creazione di valore che al momento si è tradotta in un incasso di 857,8 milioni.

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