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Questo articolo è stato pubblicato il 24 giugno 2015 alle ore 06:38.

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ROMA

Nulla di fatto per il decreto sulla banda ultralarga: dopo una lunga giornata di confronti tecnici il provvedimento non è stato inserito tra quelli all’esame del consiglio dei ministri di ieri. Se sarà saltata anche la prossima riunione, prevista venerdì, e considerato l’ingorgo parlamentare di decreti da approvare a cavallo della pausa estiva, si scivolerà direttamente a settembre.

Tra i promotori del decreto, che dovrà ospitare le norme di incentivazione e semplificazione previste dal Piano banda ultralarga , ci sono stati fin dall’inizio il sottosegretario allo Sviluppo economico Antonello Giacomelli e il consigliere economico del premier Andrea Guerra. Ma il cammino del testo non è stato lineare tra osservazioni del ministero dell’Economia (poi sostanzialmente superate), confronti con la Commissione europea e attese per il cambio al vertice della Cassa depositi e prestiti che alcuni hanno messo in relazione, tra le altre cose, a un possibile cambio di passo nella strategia del governo sulle telecomunicazioni e su Telecom Italia.

Ieri mattina tra l’altro ci sarebbe stato un nuovo incontro tra una delegazione governativa e rappresentanti della Commissione europea per discutere delle misure in arrivo. L’intesa raggiunta prevederebbe una procedura di “prenotifica”, anche in anticipo rispetto al provvedimento d’urgenza, con l’obiettivo di ottenere il via libera entro l’anno. I voucher per gli utenti finali che migrano verso connessioni a banda ultralarga, e il relativo meccanismo di assegnazione, resterebbero un punto particolarmente delicato.

Il primo passaggio del Piano ad ogni modo dovrebbe essere l’assegnazione della dote finanziaria da parte del Cipe. La bozza del decreto indica 5 miliardi fino al 2020 nell’ambito del Fondo sviluppo e coesione (Fsc). Ma la disponibilità per il primo periodo del piano, fino al 2017, sarebbe inferiore al miliardo e, ad ogni modo, è probabile che prima dello sblocco delle risorse da parte del Cipe debba arrivare un decreto della presidenza dl consiglio che dovrà ripartire le competenze sull’Fsc e affidare al ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, il coordinamento di una «cabina di regia».

Il successivo tassello sarebbe l’approvazione delle norme sulle nuove tipologie di incentivi e sulla semplificazione delle procedure per la posa della fibra ottica. Tra le novità, su questo fronte, c’è una riformulazione della misura sui voucher agli utenti, con cui il governo spera di dribblare le possibili obiezioni Ue sollecitate anche dalle proteste preventive già arrivate da Telecom Italia e Fastweb. In sostanza, scompare la clausola che limitava i voucher a una «connessione simmetrica superiore a 100 Mbps garantita», sostituita da una formula che fa riferimento a connessioni a banda ultralarga in coerenza con gli articoli 82 e seguenti degli Orientamenti della Commissione sugli aiuti di Stato per la banda larga.

Confermato invece il comma che, nell’ambito delle gare per beneficiare degli incentivi agli riservati agli operatori, assegna un punteggio aggiuntivo ai «soggetti non verticalmente integrati, con caratteristica di offerta solo all’ingrosso», profilo che in pratica si potrebbe ricondurre a Metroweb ma non a Telecom Italia.

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