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Questo articolo è stato pubblicato il 01 luglio 2015 alle ore 06:38.

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Unicredit torna sul mercato con una nuova operazione sui portafogli di sofferenze. La banca guidata da Federico Ghizzoni ha infatti concluso un accordo per la cessione pro soluto a Pra group Europe (un gruppo specializzato nell’acquisizione di crediti al consumo in sofferenza, quotato al Nasdaq con una capitalizzazione di circa 3 miliardi di dollari) di un portafoglio da 625 milioni di euro di crediti non garantiti e in sofferenza derivanti da contratti di credito al consumo, prestiti personali e scoperti di conto corrente.

Il portafoglio ha come oggetto esclusivamente crediti derivanti da contratti di finanziamento regolati dal diritto italiano per un ammontare, al lordo delle rettifiche di valore, di circa 625 milioni di euro e con una copertura superiore all’85 per cento. La cessione rientra nella strategia di Unicredit, che prevede la cessione di asset non core per rafforzare il suo profilo di credito. L’impatto economico-finanziario dell'operazione sarà registrato nella prima semestrale del 2015. Si tratterebbe, comunque, di un ritorno di interesse per il mercato italiano dei non performing loan (Npl).

Si conclude, dunque, una nuova operazione nel settore per Unicredit, che sta facendo ormai da qualche anno pulizia sui suoi crediti deteriorati. A fine 2013 la banca milanese aveva infatti ceduto un portafoglio di 950 milioni di crediti non garantiti e in sofferenza derivanti da contratti di credito al consumo e prestiti personali. A comprare era stato il fondo statunitense Cerberus European Investments.

Poi lo scorso anno, in febbraio, era stata la volta di un pacchetto di crediti in sofferenza pro soluto per circa 700 milioni di euro ceduti tramite la UniCredit Credit Management Bank (Uccmb), controllata del gruppo UniCredit. In questo caso a rilevare il portafoglio era stata Anacap Financial Partners tramite uno dei suoi fondi.

Ma una delle maggiori operazioni è stata invece quella nell’ottobre del 2014, finalizzata con la cessione ancora ad Anacap di un portafoglio di sofferenze per 1,9 miliardi . Si trattava di crediti deteriorati derivanti dall’attività di Capitalia, banca acquisita anni fa da Unicredit.

Infine, verso la fine dell’anno, è stato proprio il riassetto di Uccmb a finire sotto i riflettori: dopo un processo d’asta assai competitivo, il fondo statunitense Fortress (affiancato da Prelios) ha infatti rilevato il controllo della controllata di Unicredit attiva nella gestione degli Npl, assieme a un portafoglio di 2,4 miliardi di euro di sofferenze. Complessicamente Unicredit, negli ultimi due anni, ha quindi dismesso portafogli di non performing loan (di tipologia diversa) per quasi 6 miliardi di euro. A comprare sono stati sempre operatori statunitensi o britannici specializzati come l’americana Cerberus, l’inglese Anacap e, in quest’ultimo caso, Pra group, società quotata al Nasdaq ma con radici nel Nord Europa.

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