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Questo articolo è stato pubblicato il 05 luglio 2015 alle ore 08:13.

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Ormai è un appuntamento quasi imperdibile per gli appassionati della bicicletta. Stamattina quasi diecimila ciclisti, provenienti da 64 nazioni del mondo, hanno allacciato bene il caschetto sulla testa, serrato il manubrio e si sono lanciati per affrontare la Maratona des Dolomites, una delle Granfondo più difficili delle Alpi e per raggiungere uno dei traguardi più ambiti pedalando attraverso uno scenario impareggiabile dichiarato patrimonio dell’Umanità alcuni anni fa.

Superando tutti d’un fiato - si fa per dire - i celebri passi Pordoi, Sella, Gardena, Falzarego, Valparola, fino al Giau (il più temuto per la sua durezza) i partecipanti hanno potuto contare sul sole splendente, che sembra aver stretto un curioso patto con gli organizzatori della Val Badia negli ultimi tempi, oltre che sul conforto di un panorama che ha pochi rivali: elementi che di sicuro alleviano la fatica che si sente a restare per ore in sella.

Fra gli appassionati sui pedali non mancano anche questa volta molti manager italiani, che come di consueto sottraggono volentieri qualche ora al lavoro per allenarsi e poi sfidarsi lungo i tre percorsi di gara: quello lungo con sette salite, 138 km e ben 4.230 metri di dislivello; il medio (106km e 3.130 metri da scalare; il più classico «Sella Ronda» da 55km e 1.780 metri alla portata di tutti, o quasi).

A guidarli è ancora una volta l’amministratore delegato di Generali, Mario Greco, che in Alta Badia duella idealmente con Rodolfo De Benedetti (Cir), Francesco Starace (Enel), Alberto Sorbini (Enervit), Matteo Marzotto e Mauro Lusetti (Legacoop). A decidere, stavolta, non saranno i numeri dei bilanci societari e gli utili, ma molto più probabilmente il Mur del Giat, lo strappo del «Muro del Gatto» con pendenze superiori al 20% inserito non senza una certa perfidia lo scorso anno dagli organizzatori a una manciata di chilometri dal traguardo di Corvara: è lì che si dovranno tirare fuori gli artigli per non rischiare di finire ribaltati all’indietro.

Quest’anno la Maratona, che è giunta ormai alla 29esima edizione e ha ricevuto ben 31.600 richieste di adesione da tutto il mondo (perfino Cina, Giappone, Russia, Brasile e Nuova Zelanda), è dedicata al tema del Perdono: «Un gesto di forza e determinazione- ha ricordato Michil Costa, patron dell’evento - come le doti che servono per affrontare la sfida». Anche quest’anno gran parte del ricavato sarà destinato alle associazioni «Insieme si può», che sostiene i corsi di formazione professionale in Uganda, ad «Alex Zanardi BIMBINGAMBA», che realizza protesi per bambini che hanno subito amputazioni e non possono usufruire dell’assistenza sanitaria e ad «Assisport Alto Adige», che sostiene talenti sportivi che non hanno la possibilità di finanziarsi le competizioni.

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