Generali batte tutti i record e segna nel semestre un utile netto in forte aumento a 1,3 miliardi (+21,6%) e un risultato operativo in crescita dell’11,3% a 2,8 miliardi, il migliore degli ultimi otto anni. I premi lordi superano 38 miliardi (+7,3%) grazie all’incremento della raccolta vita (+10,6%). Così come positivo è risultato anche il segmento danni. Immediata la reazione in Borsa con il titolo Generali che ha segnato un balzo dell’1,76% e gli analisti che hanno rivisto al rialzo le stime dopo numeri superiori alle attese («Meglio delle attese a tutto campo», scrivono gli esperti di Barclays Bank). Tanto più che anche per l’intero 2015 il gruppo prevede una crescita importante: «Ci aspettiamo per la fine dell’anno di migliorare significativamente l’utile netto rispetto al 2014, mantenendo l’elevata crescita della redditività raggiunta al semestre», ha dichiarato il Group Ceo di Generali, Mario Greco.

I numeri comunicati, peraltro, assumono maggior significato se si pensa che il semestre appena concluso rappresenta il primo dopo la fase di turnaround : «In soli tre anni abbiamo realizzato uno dei turnaround più complessi mai avvenuti nel settore assicurativo», ha affermato Greco. «Gli eccellenti risultati del semestre - riprende - testimoniamo come le Generali si siano trasformate, nonostante un contesto economico estremamente difficile, in un gruppo internazionale molto profittevole e solido sotto il profilo patrimoniale». Non solo. Greco ha ricordato che «questi risultati rappresentano la migliore premessa per l’attuazione del nuovo piano strategico 2015-2018 presentato a maggio». Un piano ambizioso, basato su una crescita del 50% della generazione di cassa media annua, sulla distribuzione di più di 5 miliardi di dividendi nei prossimi 4 anni e su una ulteriore riduzione dei costi per 500 milioni tra 2016 e 2018, con la redditività operativa sul capitale al di sopra del 13%. E la cedola che Generali distribuirà agli azionisti per l’esercizio 2015 sarà «il primo tassello» di quanto previsto nel piano.

Le premesse per centrare i target, dunque, ci sono tutte. Nel solo secondo trimestre il gruppo ha segnato un utile netto di 626 milioni di euro, in forte progresso dai 415 milioni dello stesso periodo del 2014. Scorrendo poi i dati dei sei mesi emerge che nel segmento vita il risultato operativo aumenta a 1.713 milioni (+13,2%) grazie alla redditività della raccolta e alla gestione finanziaria e la raccolta premi cresce del 10,6% a 26.906 milioni. Positivo anche l’andamento del danni che segna un incremento del risultato operativo a 1.103 milioni (+2,3%) e la raccolta premi raggiunge 11.266 milioni (+0,1%), con un combined ratio in miglioramento al 92,6%. Infine, il patrimonio netto di Generali si conferma solido a 23,3 miliardi (+0,3%) e il pro-forma internal model Economic Solvency ratio si attesta a 200%, in aumento di 14 punti base rispetto a fine 2014. Infine, l’indice Solvency I di gruppo si attesta a 164% su base pro-forma, inclusi gli effetti della vendita di Bsi che dovrebbe essere finalizzata a breve.

La nuova fase di Trieste, dunque, è in pieno svolgimento. E, nell’immediato, non contempla acquisizioni: «Non vediamo l’opportunità o l’interesse a guardare ad acquisizioni. Abbiamo un piano organico di crescita. Non abbiamo né il bisogno strategico né finanziario di guardare ad acquisizioni», ha chiarito Greco. Sul fronte delle partecipazioni, invece, il Ceo ha ricordato che «il gruppo è uscito da Telecom e non abbiamo più nessuna partecipazione. In Rcs abbiamo una quota molto piccola». Infine , il Ceo del gruppo triestino ha ricordato che il gruppo è uscito dall’equity cinese in tempo realizzando ottime plusvalenze. Quanto alla controllata Banca Generali, allo stato attuale non c’è alcun progetto di riduzione della quota. Tanto più che, ha sottolineato il manager, «Banca Generali è un business eccellente, è molto redditizia ed è estremamente ben gestita».

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