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Questo articolo è stato pubblicato il 07 agosto 2015 alle ore 06:38.

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B&D Holding scende sotto il 2% di Generali. La cassaforte delle famiglie Boroli e Drago, cui fa capo il controllo del gruppo De Agostini, è scesa all’1,716% della compagnia assicurativa dal 2,433% precedente. La riduzione nel libro soci di Trieste è il risultato del meccanismo previsto nei patti parasociali appena rinnovati che garantisce ai soci diretti di Novara di poter «liquidare», in finestre prestabilite, una parte del loro investimento in De Agostini. Dunque il gruppo di Novara è in uscita dalle Generali? «Nessun cambiamento strategico, Generali, come abbiamo sempre detto è, e rimane, un investimento finanziario di medio-lungo periodo», ha dichiarato al Sole24 Ore Lorenzo Pellicioli, amministratore delegato di De Agostini.

Tornando all’operazione in senso stretto, in pratica, lo scorso 31 luglio DeA Partecipazioni – società controllata al 100% da De Agostini – ha rilevato una quota del 9,47% di De Agostini dagli azionisti diretti, ovvero dai rappresentanti dei 4 rami delle famiglie Boroli–Drago. Tale quota non era stata conferita al patto parasociale che governa il gruppo e che è stato rinnovato un mese fa. In pratica si trattava di titoli “liberi” da vincoli, che alcuni componenti della famiglia volevano liquidare. In base agli accordi sottoscritti, il gruppo ha la possibilità di pagare il corrispettivo ai soci diretti o con disponibilità liquide oppure con asset in portafoglio.

La scelta è così caduta sul pacchetto rotondo di Trieste che fino a un mese fa era del 2,43%. A titolo di corrispettivo sono così state trasferite agli azionisti diretti complessivamente n. 11,1 milioni di azioni di Assicurazioni Generali (pari al 0,717%) detenute nel portafoglio di DeA Partecipazioni Spa. La transazione è avvenuta a un valore unitario del titolo Generali di 17,91 euro, ovvero il prezzo segnato dal titolo lo scorso 31 luglio. Il che si traduce in un controvalore di circa 200 milioni di euro che fornisce anche una valutazione di De Agostini pari a 2,1 miliardi. Si tratta ad ogni modo di una «base di partenza» se si pensa che la transazione è avvenuta sulla base di un valore che incorpora lo sconto sul Net asset value della holding.

La nuova fotografia, dunque, vede oggi il pacchetto di azioni Assicurazioni Generali detenuto direttamente dai soci per una quota pari al 0,717%, mentre la restante partecipazione – complessivamente pari al 1,716% del capitale sociale - risulta suddivisa fra DeA Partecipazioni spa(1,293 %) e B&D Finance (0,423%). In questo modo, così, i diversi rami della famiglia hanno la possibilità di vendere i titoli sul mercato e aumentare la liquidabilità di una parte del loro portafoglio azionario; nello stesso tempo De Agostini ha acquistato azioni proprie a sconto sul Net asset value e queste azioni sono eventualmente utilizzabili per piani di incentivazione al management e/o quale mezzo di pagamento per possibili acquisizioni. Resta da capire, a questo punto, le prossime mosse e come cambierà ancora l’azionariato del gruppo e il portafoglio partecipazioni. Questo perché gli stessi accordi parasociali recentemente rinnovati stabiliscono che gli azionisti diretti di De Agostini spa venderanno all’accomandita un altro pacchetto del 9,47%. Tale vendita dovrà realizzarsi in massime 4 tranche annuali pari a non meno del 25% delle azioni in vendita. E a quel punto bisognerà capire quali “asset” deciderà di cedere ai suoi soci la De Agostini. E se, dunque, la strategicità della quota nella compagnia, per ora confermata, sarà ribadita anche in futuro.

La B&D Holding era entrata nel capitale di Generali nel 2006, sulla scia della cessione della Toro alla compagnia di Trieste, che aveva garantito alla holding una plusvalenza di 1,5 miliardi di euro e 1,7 miliardi di liquidità. La quota nella compagnia triestina, inizialmente del 2%, era salita fino al 4% nel 2007, quando il gruppo di Novara era diventato terzo socio del Leone, per poi stabilizzarsi attorno al 2,5%. I titoli Generali erano inizialmente in carico a 24,90 euro. Ad aprile 2007 risale anche l’entrata di Lorenzo Pellicioli, a.d. di De Agostini e presidente di Dea Capital, nel consiglio di amministrazione di Generali.Ieri infine è emerso che la Fgc del consigliere di Generali, Francesco Gaetano Caltagirone, ha venduto 2 milioni di opzioni su titoli del Leone di Trieste incassando 980 mila euro.

Ieri il titolo Generali ha chiuso in calo (-0,17%) 17,92 euro.

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