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Questo articolo è stato pubblicato il 19 agosto 2015 alle ore 06:37.

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Lo scandalo forex non è finito: le nuove richieste di risarcimento alle grandi banche colpevoli di avere manipolato il mercato dei cambi saranno di «decine di miliardi di sterline». Dopo l'accordo annunciato la settimana scorsa a New York infatti anche gli investitori a Londra e in Asia si preparano a fare causa.

«Ci saranno ancora più richieste di indennizzo a Londra che a New York perché è un mercato molto più grande per il forex», ha detto David McIlroy, legale di Forum Chambers. La settimana scorsa a New York l’avvocato Michael Hausfeld aveva avvertito che i risarcimenti di 2 miliardi di dollari accettati dalle banche coinvolte negli Usa sono »solo l’inizio». La settimana scorsa era stato annunciato che è salito a nove il numero di grandi banche che hanno raggiunto un accordo per ricompensare gli investitori: dopo lunghe trattative Hsbc, Barclays, Bnp Paribas, Goldman Sachs e Royal Bank of Scotland hanno seguito l’esempio di Citigroup, Bank of America, Ubs e JP Morgan che avevano concordato i risarcimenti qualche mese fa. In totale le nove banche pagheranno 2 miliardi di dollari in risarcimenti, mentre proseguono i negoziati con altre sette banche coinvolte – Bank of Tokyo-Mitsubishi, Rbc Capital Markets, Société Générale, Standard Chartered, Deutsche Bank, Credit Suisse e Morgan Stanley.

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L'intesa a New York ha ora spalancato la porta a un’ondata di nuove cause da parte degli investitori europei che si prevede partiranno tra pochi mesi. Hedge fund, fondi pensione e altri investitori che sono convinti di essere stati defraudati sono pronti a farsi avanti. Già in autunno inizieranno all'Alta Corte di Londra le prime cause intentate da gestori di fondi, società e anche amministrazioni locali.

Londra è il maggior centro al mondo per il trading di valute con una quota del 40% del mercato globale. La legge britannica permette agli investitori anche residenti in Paesi stranieri di fare causa, dato che le transazioni in questione sono avvenute a Londra. «L’accordo negli Usa riguarda soprattutto investitori americani, ma a Londra ce ne sono molti altri» ha detto Edward Coulson dello studio Hausfeld.

Dopo Londra, gli esperti prevedono che ci saranno cause di risarcimento anche a Hong Kong e Singapore, due altri grandi mercati valutari.

Secondo gli analisti è impossibile calcolare l’impatto finanziario sulle banche dato che non ci sono precedenti, ma i già consistenti accantonamenti annunciati da molti istituti potrebbero non essere sufficienti. Le autorità britanniche e americane hanno già imposto quasi 6 miliardi di dollari di multe alle banche ritenute colpevoli di manipolazione del mercato dei cambi. In un clima definito «da far west» i loro trader per anni – fino al 2013 – si erano scambiati messaggi in codice per concordare i tassi di riferimento usati dai fondi e saldare i propri scambi in valuta estera.

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