NEW YORK

Il cinema è business imprevedibile per definizione. Ma Comcast, il colosso americano di mass media e televisione via cavo, è oggi riuscita nella missione all’apparenza impossibile di domarne i risultati finanziari. La sua NBCUniversal non solo è emersa vittoriosa dalle guerre estive sul grande schermo, riscattando un passato da Cenerentola di Hollywood. Ha sfondato anche ogni record: da inizio anno i 5,8 miliardi di dollari incassati al botteghino sono già di gran lunga un massimo storico annuale tra le case cinematografiche. E dei dieci lungometraggi che ha finora rilasciato nel 2015, ben nove sono stati redditizi, da film con ambiziosi budget fino a scommesse low cost.

Il successo di Comcast, un tempo nota unicamente quale leader privo di glamour dei sistemi via cavo, nel rilancio di NBCUniversal è stato tale da avere la meglio sulla regina di sempre del settore, Disney. Ed è tanto più sorprendente perchè la società aveva completato l'acquisizione del marchio da General Electric, iniziata nel 2011, soltanto nel 2013. Detto fatto, però: la famiglia Roberts, capitanata dal presidente e amministratore delegato Brian Roberts che controlla un terzo di Comcast, ha orchestrato la stagione di espansione della neoconglomerata dei media installando in vetta un veterano dell'azienda e dei media, Steve Burke. E potenziando le risorse per la produzione cinematografica di 300 milioni di dollari a 1,2 miliardi l'anno. Abbastanza da ovviare a antiche debolezze: Universal non ha alle spalle le proprietà intellettuale della rivale, quali i personaggi dei fumetti Marvel.

Gli exploit, ispirati dal presidente di Universal Pictures Donna Langley, si sono susseguiti: su tutti il “sequel” Jurassic World, con incassi per 1,7 miliardi da giugno, e Furious 7, settima puntata della serie originata dalle corse in auto di Fast and Furiuos, con 1,5 miliardi. Ma anche il lungometraggio animato Minions, spin-off di Despicable Me, con un miliardo. E nel novero ci sono la versione cinematografica del caso editoriale Fifty Shades of Grey e adesso un film a basso costo sulla saga del gruppo musicale di Ice Cube, NWA, intitolato Straight Ouuta Compton: i 30 milioni dell'investimento hanno generato incassi doppi nel primo fine settimana di programmazione.

Il cinema, inoltre, non è il solo pilastro della riscossa. La divisione fa oggi fa brillare come non mai il merchandising, con entrate più che triplicate a cento milioni l'anno rispetto agli anni magri di Ge, e ha rispolverato i parchi tematici, entrambi terreni sui quali sta a sua volta mettendo alle corde Disney. Come dimostra la prevista controffensiva da due miliardi annunciata di recente dalla rivale proprio per rafforzare le sue attrazioni in California e in Florida.

NBCUniversal sta inoltre puntando con aggressività su un potenziamento delle attività del futuro, nei nuovi media e su Internet. Nel giro di pochi mesi ha messo a segno due colpi: ieri ha annunciato un investimento di 200 milioni di dollari nel sito di informazione BuzzFeed, che vanta oltre 200 milioni di utenti mensili e ha dimostrato la propria influenza con una intervista a Barack Obama in febbraio. Poco prima aveva deciso un simile investimento in Vox Media, casa madre di popolari siti quali The Verge e Re/Code.

L'obiettivo è raggiungere una audience nuova e giovane e di catturare il fenomeno in crescita della pubblicità digitale. Una mossa che risponde a una sfida tuttora irrisolta, per Comcast come per altri media tradizionali: la rapida erosione oggi del pubblico non del grande ma del piccolo schermo, grazie alla rivoluzione digitale e ai servizi di streaming di video. I rating dei canali a pagamento di NBCUniversal, vecchi motori di profitti, sono scivolati del 13% in luglio. Ma domare il Web potrebbe rivelarsi un compito arduo anche per chi ha conquistato la fabbrica dei sogni hollywoodiana.

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