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Questo articolo è stato pubblicato il 22 agosto 2015 alle ore 08:14.
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In una giornata nera per Piazza Affari, zavorrata dall’incertezza politica in Grecia dopo le dimissioni del premier Tsipras, Saipem è stata l’unica blue chip a chiudere la seduta di ieri con il segno positivo (+0,47%, a 7,42 euro). A spingere il titolo della società guidata da Stefano Cao sono state le dichiarazioni rilasciate da Alexey Miller, numero uno di Gazprom, che giovedì ha incontrato a Mosca l’ad di Eni, Claudio Descalzi. «Il successo dell’attuazione dei progetti di gasdotti come North Stream e Blue Stream è basato in gran parte sull’alta qualità dell’interazione tra i project partner e i contractor come Saipem», ha detto Miller secondo quanto riportato dall’agenzia russa Itar-Tass. «Apprezziamo quindi le prospettive di un’ulteriore cooperazione costruttiva con Saipem sui progetti di Gazprom attuali e futuri».
Il manager non ha fornito ulteriori dettagli, ma il mercato ha cominciato subito a esercitarsi sui possibili fronti di collaborazione tra Gazprom e Saipem dopo che, a metà luglio, la controllata di Eni aveva ricevuto la notifica della cancellazione definitiva del contratto per il South Stream che prevedeva le attività di ingegneria di installazione e la costruzione della prima linea del gasdotto sottomarino che avrebbe dovuto attraversare il Mar Nero dalla Russia alla Turchia. Mosca ha deciso di soppiantare il vecchio progetto con un’altra pipeline, il Turkish Stream, praticamente identica nel tracciato fuorché nella tratta finale. Attorno al nuovo gasdotto, però, regna al momento una grande incertezza viste le resistenze di Ankara a concedere a Gazprom tutte le autorizzazioni necessarie al passaggio sul suo territorio. Se dunque il progetto dovesse ripartire, Saipem - che, nel frattempo, ha smobilitato le navi impegnate nel South Stream - resta comunque in pole position per la realizzazione del nuovo tubo.
Accanto a questo, però, si potrebbe aprire poi un altro fronte, legato all’ampliamento del North Stream che dovrebbe passare sotto il Mar Baltico verso la Germania e che, secondo le stime preliminari diffuse nei mesi scorsi, potrebbe costare 9,9 miliardi di euro. Saipem, va ricordato, ha già realizzato il gasdotto originario. Ed è stato proprio l’ad del colosso russo a fornire qualche indicazione sul progetto in una recente intervista all’agenzia Reuters. «Una stima preliminare di bilancio è stata redatta: la costruzione del terzo e quarto ramo è stata valutata in 9,9 miliardi», aveva spiegato Miller. «Anche un programma preliminare del progetto è stato delineato: il terzo e il quarto ramo dovrebbero iniziare a funzionare entro la fine del 2019».
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