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Questo articolo è stato pubblicato il 23 agosto 2015 alle ore 08:14.

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«Le Ipo quest’anno sono andate finora molto bene. Ci sono esempi di sbarchi positivi a Piazza Affari come quelli di Ovs, Zanetti Beverage Group, Inwit e Aeroporto di Bologna». Si attende un finale dell’anno ancora orientato sulle quotazioni, dopo una prima parte dove il settore ha già dato parecchie soddisfazioni agli investitori. Ad affermarlo è Andrea Mayr, alla guida del Corporate & Strategic Finance di Banca Imi. «Quasi tutte le quotazioni sono andate bene; in particolare Ovs, che ha avuto una performance del 40 per cento, tanto più evidente se si pensa che l’azienda è focalizzata quasi esclusivamente sul mercato italiano».

Nella seconda parte dell’anno si attendono altre operazioni. La lista potrebbe essere lunga e comprendere Poste, che dovrebbe sbarcare in autunno, diverse società immobiliari che potrebbero quotarsi sotto forma di Siiq (a cominciare dal nuovo tentativo di Sorgente Res), alcune banche popolari come Veneto Banca e Popolare di Vicenza che hanno scelto la stra dell’Ipo, Ibl Banca e ancora la privatizzazione di Enav. Il mercato dovrebbe dunque rilanciarsi, dopo che ad inizio estate l’aumento della volatilità ha creato una fase di stallo.

«Il primo semestre dell’anno – continua Mayr - è stato caratterizzato da un andamento positivo dei mercati dei capitali nell'area Emea, in particolare per quanto concerne il mercato italiano. I fattori propulsivi sono principalmente individuabili nell’avvio del programma di quantitative easing della Bce, nel basso prezzo del petrolio e nella forte svalutazione dell'euro nei confronti del dollaro statunitense. Tuttavia, sul finire del semestre, i mercati sono stati interessati da un notevole incremento della volatilità, dovuto essenzialmente all'accentuarsi della crisi in Grecia e ai numerosi segnali di rallentamento della crescita dell'economia cinese».

Sul versante italiano c’è la sensazione che la serie di riforme effettuate e in fase di attuazione daranno i loro frutti. «Gli investitori internazionali – continua Mayr – sono molto attenti alle opportunità che si presentano in Europa e - anche grazie alla propria consolidata presenza all'estero - Banca Imi è in grado di cogliere e segnalare le migliori opportunità». Oltre al mercato dell’Ipo ci sono stati segnali positivi anche nelle altre aree con esclusione degli hi-yield che hanno risentito della minore liquidità del mercato. «Nell’area Emea – continua Mayr – sono stati originati complessivamente 637 miliardi di nuove emissioni, di cui 54,60 miliardi relativi al mercato obbligazionario italiano, dove hanno preso piede i primi project bond (Autostrade Bs-Pd e Metro5 di Milano) e diverse operazione di asset liability management. E se guardiamo alle attività di fusione e acquisizione – dove le sinergie con la Finanza Strutturata sono sempre più strette – esse sono in aumento: nel semestre risultano in ripresa in area Emea, sia in termini di numero di operazioni completate (+7%) sia di controvalore (+6%), trend riscontrabile anche in Italia in termini di numero di operazioni (+8%), pur a fronte di un minor controvalore complessivo (-30%)».

Grande fermento c’è stato in particolare nel settore Telecom, con la vendita da parte di Wind del 90% di Galata (torri di trasmissione) ad Abertis dopo una dura competizione. Pure il settore dell'energia è stato attivo, con la vendita effettuata da Enel a Sel di Se Hydropower, con l'acquisizione da parte di Italgas del 51% di Acam Gas e di Cogipower da parte di F2i. Un’area – sostiene Mayr – dove vantiamo competenze specifiche è quella del lusso: in questo segmento di mercato c'è stata l’acquisizione di Roberto Cavalli da parte di Clessidra, il merger Yoox-Net-A-Porter, l’acquisizione di Pittarosso da parte di Lion Capital, la cessione dei mobili Giorgetti al fondo Progressio, e infine l'acquisto da parte di Ergon Capital delle scarpe Golden Goose. Un altro settore molto attivo è quello finanziario, anche in prospettiva visto il consolidamento in corso tra le banche popolari, nel parabancario e nel risparmio gestito: fino ad oggi abbiamo assistito al completamento della cessione del pacchetto di controllo di Carige da Fondazione Carige a Malacalza, all’acquisto da parte del fondo Centerbridge di Farmafactoring ceduto da Apax». L’impressione è che ci sarà una forte ripresa dei volumi da parte dei private equity, oggi con importanti capitali a disposizione, che hanno interesse per “brand” noti ma spesso anche per aziende che possano sfruttare la ripresa del mercato domestico. «Favoriti anche dalla mancanza di successione all'interno delle aziende – prevede Mayr – si può ipotizzare in prospettiva per il nostro paese un capitalismo forse meno familiare e un maggiore sviluppo dei mercati finanziari».

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