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Questo articolo è stato pubblicato il 08 settembre 2015 alle ore 06:38.

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Tokyo

Toshiba cerca di voltare pagina dopo lo scandalo dei bilanci truccati a partire dal 2009. Ieri il gruppo giapponese ha finalmente comunicato – con un ritardo di tre mesi - i risultati dell’esercizio chiuso il 31 marzo, comprensivo della rettifica dei bilanci di sette anni da cui risulta che l’”abbellimento” dei conti passati è stato di oltre quattro volte superiore alle stime iniziali: le poste gonfiate raggiungono un totale lordo di 224,8 miliardi di yen (quasi 2 miliardi di dollari), pari a 155,2 miliardi su base netta. Così l’ultima annata si chiude, anziché con l’utile inizialmente previsto di 120 miliardi di yen, con una perdita netta di 37,8 miliardi di yen.

In Borsa ieri il titolo è andato sull’ottovolante: all’inizio ha accusato un forte calo fino ai minimi dall’inizio del 2013 sull’onda delle anticipazioni del quotidiano Nikkei sull’entità del rosso (superiore alle attese, dopo la recente scoperta di nuove irregolarità), poi è passato a guadagnare oltre il 4% per chiudere a +1,8%. Gli investitori mostrano di apprezzare quantomeno che il giallo sui conti si sia chiuso, anche se non mancano le incognite, a partire da quella sull’entità della sanzione pecuniaria in arrivo. Lo stesso capo di Gabinetto Suga ieri è intervenuto ancora sulla vicenda, sottolineando che il governo intende vigilare per assicurare trasparenza nelle comunicazioni al mercato delle società quotate. La stessa Toshiba ieri ha assicurato di aver preso le misure necessarie per evitare repliche di uno scandalo provocato - secondo le conclusioni di una commissione indipendente di inchiesta - dalle pressioni insostenibili del top management sui capi divisione per il raggiungimento dei target di redditività a tutti i costi. Un’assemblea straordinaria degli azionisti si svolgerà il 30 settembre per approvare la nomina di Shinzo Maeda - ex numero uno del gruppo di cosmetica Shiseido – a chairman di un nuovo cda di 11 membri per lo più indipendenti. Masashi Muromachi, direttore generale dal luglio scorso, ha replicato ieri le scuse agli oltre 400mila azionisti, ma non ha offerto indicazioni o previsioni sulla performance dell’annata in corso.

Al gruppo industriale diversificato vari azionisti chiedono di concentrarsi sui business più redditizi. Del resto il risultato operativo appare in calo del 34% a 170,44 miliardi di yen, su un giro d’affari in crescita limitata al 2,6 per cento. Muromachi ha promesso di «portare avanti incisivi riassetti delle attività che producono perdite», come l’elettronica e gli elettrodomestici. Anche il settore dei semiconduttori potrebbe andare incontro a una ristrutturazione, in vista dei segnali di rallentamento della domanda.

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