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Questo articolo è stato pubblicato il 04 dicembre 2012 alle ore 08:01.

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Da queste parti la cantieristica rappresenta il passato, ma soprattutto il futuro. La nuova frontiera è fatta di navi lunghe più di 90 metri e di refitting, cioè di prodotti sempre più grandi e complessi, anche sotto il profilo tecnologico, e della capacità nel recuperare e trasformare le vecchie imbarcazioni.

Un misto di innovazione, esperienza e design, che grazie alla domanda internazionale sta spingendo i cantieri disseminati lungo la costa, dalla Versilia fino a Piombino, oltre il terreno conosciuto e ben presidiato degli yacht e dei maxi-yacht. Consentendo al distretto di guardare al futuro con ottimismo. «Stiamo puntando sulle grandi navi perchè questo segmento di mercato non risente della crisi e, anche se la fase della negoziazione con il cliente è diventata più difficile, garantisce una domanda mondiale costante», dice Vincenzo Poerio, amministratore delegato di Benetti-Azimut, che nel 2003 ha rilevato gli ex cantieri Orlando di Livorno.

Il gruppo presieduto da Paolo Vitelli, leader mondiale nei superyacht di lusso, 700 milioni di ricavi e 2.300 dipendenti diretti, ha da poco annunciato una riorganizzazione interna con la chiusura del sito produttivo di Bursa, in Turchia, dello stabilimento di Gropparello in provincia di Piacenza (realizzava barche dai 10 ai 18 metri a marchio Atlantis) e la riduzione del personale nella sede di Avigliana, vicino Torino. Nessun taglio per la base di Viareggio, dove c'è la struttura del marchio Benetti, e per quella di Livorno (che produce le navi di oltre 90 metri e ospiterà l'attività di refitting), su cui il gruppo al contrario sta investendo.
Non solo Benetti. Anche cantieri come Perini navi, Codecasa, Ocean, Tecnomar, solo per citarne alcuni, operano in questa che il Governo nazionale ha ridisegnato come un'unica provincia (mettendo insieme quelle attuali di Massa Carrara, Lucca, Pisa e Livorno). «I big del settore vengono a lavorare qui perchè trovano un tessuto molto qualificato di piccole e piccolissime imprese dell'indotto, dalla carpenteria all'impiantistica, dalla verniciatura all'arredamento», sottolinea Riccardo Cerza, segretario della regionale Csil.

Una filiera produttiva certificata dalla recente nascita del distretto integrato della nautica. Il via libera della Giunta toscana è dello scorso settembre e attua le previsioni del piano regionale di sviluppo economico 2012-2015, che punta a realizzare uno strumento per le politiche del settore ritenuto strategico, con circa 2 miliardi di ricavi in larga parte realizzati all'estero, 15mila addetti e 2.800 aziende coinvolte, tra cui ben sei dei sette leader nazionali (fuori regione c'è solo Ferretti) che rientrano tra i primi venti produttori mondiali di mega yacht.

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