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Questo articolo è stato pubblicato il 18 marzo 2013 alle ore 17:58.
L'ultima modifica è del 18 marzo 2013 alle ore 12:16.

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Antonio TajaniAntonio Tajani

La liquidazione di debiti commerciali da parte dello Stato a favore delle imprese «potrebbe rientrare tra i fattori attenuanti» nel momento in cui sarà valutata la conformità del bilancio pubblico italiano con i criteri di deficit e debito del patto di stabilità. È quanto affermano in una nota congiunta i vicepresidenti della Commissione europea e commissari Ue agli Affari economici, Olli Rehn, e all'industria, Antonio Tajani. È la prima volta che l'esecutivo europeo indica chiaramente che i pagamenti ritardati alle imprese possono essere scontati ai fini della vigilanza europea sui conti pubblici.

Piano di smaltimento in due anni
La Commissine europea si attende che l'Italia appronti un piano di smaltimento dei debiti pregressi della Pubblica amministrazione verso le imprese su una durata di due anni, piano al quale riconoscerebbe "fattori mitiganti" nella valutazione di osservanza dele regole Ue di bilancio, ha affermato il vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani, durante una conferenza stampa a Roma, nella sede della Rappresentanza della Comunità europea in Italia della Commissione europea. «Noi sollecitiamo un piano in tempi brevi - ha detto Tajani - la forma poi è prerogativa del Paese. Ma ricordiamoci che parliamo della terza economia dell'area euro e intervenire rapidamente sarebbe quindi importante, per ridare fiato alle imprese, evitare fallimenti e far ripartire l'economia».

Avviare una forte politica per la crescita
«Dobbiamo avviare una forte politica per la crescita, cioé aiutare l'economia reale, sviluppare il mercato interno, avere una politica industriale moderna e competitiva, sostenere le piccole e medie imprese che rappresentano il tessuto connettivo della nostra società», ha detto Antonio Tajani.

Soddisfazione del premier
Soddisfazione per le dichiarazioni dei vicepresidenti Tajani e Rehn è stata espressa dal premier. «Lavoreremo - sottolinea il premier Mario Monti in una nota di Palazzo Chigi - con i servizi della Commissione europea per identificare le soluzioni tecniche per avviare la liquidazione del debito nel più breve tempo possibile».

Tajani: ma non è merito di Monti
L'intesa con cui Olli Rehn e Antonio Tajani hanno in sostanza dato luce verde allo smaltimento dei debiti della Pa «non è merito di Monti, perché non è competenza del Consiglio Europeo». Lo ha detto Tajani ai microfoni di "Radio 24". «Io - ha poi aggiunto - sono contento che il primo ministro italiano sia soddisfatto e l'Italia voglia mettersi all'opera, ne sono ben lieto, però questa scelta non è una scelta del Consiglio Europeo. L'interpretazione del Patto di stabilità rientra nelle competenze esclusive della Commissione».

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