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Questo articolo è stato pubblicato il 23 marzo 2013 alle ore 10:13.
Una bolletta elettrica aumentata in tre anni del 18%, del 47% per il gas. Non solo per l'industria ma anche per le pmi del commercio e dei servizi i costi dell'energia rappresentano un grave handicap, sia in valore assoluto che rispetto alla concorrenza estera. Ma la colpa in questi anni è soprattutto del fisco e degli oneri impropri, non della "materia prima". Lo studio di Ref presentato al forum di Confcommercio a Cernobbio mostra anzitutto un costo dell'energia elettrica in Italia superiore del 25% alla media europea, con punte del 100% se il confronto è invece con la Francia. Ref analizza cinque profili tipici di consumo di Pmi del Commercio, come esercizi al dettaglio alimentari e non, bar, ristoranti e alberghi, e mette a confronto la bolletta a tre anni di distanza. Per l'elettricità l'aumento dal 2009 al 2012 è stato pari al 18%.
Il contributo maggiore all'incremento del costo della fornitura deriva in particolare dall'aumento degli oneri impropri e parafiscali, dalla tassazione e da alcuni corrispettivi legati all'attività di dispacciamento. In tre anni infatti il peso della materia prima si è ridotto del 12% scendendo al 40% del costo totale, mentre il peso degli oneri impropri è più che raddoppiato al 23%.
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L'imposizione fiscale è inoltre regressiva, premiando dunque i grandi consumatori. La quasi totalità delle imposte è invece sopportata dai "piccoli", con 500 milioni di euro a carico delle imprese del commercio. In pratica l'incidenza del fisco per i grandi consumatori è di 2 euro per ogni 1.000 kWh consumati, valore che lievita a sei volte tanto per le Pmi.
Rilevante in particolare il peso degli incentivi legati alle rinnovabili, che dai 3,6 miliardi del 2009 hanno raggiunto quota 10,6 miliardi, di cui 1,5 miliardi a carico del sistema del commercio. Come risultato, l'Italia nell'energia elettrica tra i paesi europei è quello che presenta i costi più elevati per le micro e piccole imprese (fino a 500 MWh di consumo annuo), che pagano fino al 15% in più rispetto alla Germania, più del doppio se il parametro di riferimento è la Francia, dal 25 al 29% in più rispetto alla media della zxona euro.
Situazione analoga per il gas, con aumenti del 47% in tre anni e una media di costi per le Pmi superiore del 17% rispetto alla zona euro, con punte del 51% se il confronto è con il Regno Unito.
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