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Questo articolo è stato pubblicato il 08 aprile 2013 alle ore 16:31.

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VERONA - Il vino italiano più venduto in Cina? Non è un Supertuscan e nemmeno un prestigioso Barolo in grado di far concorrenza alle blasonate etichette francesi. Si chiama Freschello e, come lascia intuire il nome, è un vino di pronta beva, leggero, senza pretese, già leader in Italia nelle vendite della grande distribuzione. Approdato sul suolo cinese nel 2005 grazie a un'intuizione e un incidente di percorso.

Soprattutto, grazie all'intraprendenza di Cin Xu, graziosa interprete di Shanghai, al tempo residente in Italia. La storia è presto detta. Freschello è il marchio ideato dalla famiglia Cielo di Montorso (Vicenza), attiva nel mondo del vino dal 1908.Produce 27 milioni di bottiglie con un fatturato di circa 40 milioni e dal ‘99 ha ceduto la quota di maggioranza alla Cooperativa cantine dei colli Berici, oggi all'interno del gruppo Collis Veneto Wine.

Otto anni fa l'azienda viene contattata da una società cinese, che ricorre ai servizi di traduzione della bella Cin: ha in corso un progetto imponente a Shanghai per creare una Litte Italy, un'Italia in miniatura che possa trasmettere il senso dell'Italian style. Moda, stile, cibo e vino. Per questo chiede e ottiene dai Cielo la spedizione gratuita di un container di vino, circa 20mila bottiglie, in cambio di visibilità. Arrivato in dogana, però, il container viene bloccato. La fantomatica società latita, non paga i dazi, e le bottiglie vengono trattenute.

A quel punto Cin Xu, che oltre a essere bella è intelligente e intraprendente, considerandosi in parte responsabile (seppure senza colpe) dell'imbroglio decide di mettersi in gioco in prima persona per trovare una soluzione. Ricorre all'aiuto di amici già attivi nella distribuzione di beni di consumo e apre una società che commercializza il vino italiano. Oggi Freschello è il vino italiano più conosciuto – e venduto – sul mercato cinese. L'anno scorso sono state commercializzate oltre 200mila bottiglie ad un prezzo medio di 50 reminbi, circa 6 euro.

I cinesi, si sa, preferiscono i rossi ma in questo caso, spiega Cin, la regola non vale, Freschello vende anche molto bianco. La case history è stata illustrata ieri nel corso di un interessante seminario organizzato da Vinitaly International sul mercato cinese e sulle opportunità offerte dal commercio elettronico. Anche il vino veneto sta sperimentando con successo il nuovo canale. "Ad oggi il 30% del nostro fatturato viene dalle vendite online – conferma Cin – è un canale sempre più importante, soprattutto per catturare clienti giovani". I cinesi bevono vino principalmente a pasto, non hanno ancora scoperto il rito dell'aperitivo, ma iniziano a sviluppare un gusto e una conoscenza anche se non si può dire che ci sia ancora una vera attenzione alle etichette.

Quindi funzionano iniziative di promozione che a noi fanno sorridere, come i portachiavi o le penne con il marchio del vino. Ma attenti a non sottovalutare i consumatori. Yesmywine, il colosso delle vendite online di vino, cui fa capo il 60% del commercio elettronico enologico del gigante asiatico, riesce a vendere fino a 120mila bottiglie di vino al giorno ai 6 milioni di utenti registrati e coinvolge sempre di più i propri clienti. Pochi mesi fa ha lanciato una richiesta online per individuare la traslazione cinese di un marchio francese. Sono arrivate migliaia di risposte da cui sono stati selezionati ben 800 nomi tra i quali è stato individuato il prescelto. Un enorme battage promozionale per il St Emilion Classée in questione, che oggi è diventato un best seller del sito. Che , drizzino le orecchie i produttori italiani, vende le bottiglie a un prezzo medio di 15 dollari.

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