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Dossier Sotto il lago…il mammut

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Dossier | N. 93 articoliIn bici sulle dighe

Sotto il lago…il mammut

Chiamatelo, se volete, il cugino del mammut. Nel 2017, dal fondale secco del Lago Cecita, è emerso qualcosa di incredibile: tracce e reperti del cosiddetto “Elephas antiquus”, il parente europeo degli elefanti della preistoria, diffusi soprattutto in Asia. Tutto è iniziato casualmente, quando una famiglia del luogo ha chiamato gli archeologi della Soprintendenza per controllare il ritrovamento di presunte armi longobarde. In realtà, il sopralluogo ha fatto emergere ben altro: zanne leggermente arcuate di tre metri e ossa che permettono di ricostruire un’altezza dell’animale, al garrese, di circa quattro metri. Un gigante vissuto 700mila anni fa e morto probabilmente per cause naturali che il lago artificiale ha ulteriormente ricoperto in tempi recenti e “gelosamente” custodito fino alla scoperta. Per il momento, sono stati portati alla luce soltanto un molare, una zanna e altri frammenti che verranno puliti e restaurati ma molto del lavoro resta da fare perché quasi tutto lo scheletro del mammut è ancora sotto la melma.    

In realtà, la scoperta dell’elefante preistorico non è la prima ad avvenire (in tempi recenti) poiché solo nel Terzo Millennio è stato rivenuto sul fondale del Lago Cecita un vero e proprio tesoro archeologico. Nel 2004, scavando sulle sue righe sono state scoperte testimonianze che riportano all'uomo di Neanderthal; poi con l’inizio dell’età del Rame in Sila iniziarono a vivere importanti insediamenti di agricoltori e pescatori che sfruttarono per il proprio sostentamento i vari laghi presenti sul territorio.  Ma già tra la fine del Neolitico e l'inizio dell'età del rame (3800-3300 a.C.), la Sila venne occupata da agricoltori e pescatori che vi stabilirono degli insediamenti, sfruttando gli antichi bacini lacustri di Arvo e Cecita per la pesca.  

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