Ricchi boschi, ampi verdi pascoli d'alta quota, silenziosi laghi e sorprendenti torrenti che contrastano con l'immagine più comune di una Sicilia arida ed arsa dal sole. Gli arabi definirono i Monti Nebrodi "un'isola nell'isola": fanno parte dell’omonimo parco naturale, che comprende la diga di Ancipa e assieme alle Madonie ad ovest ed ai Peloritani ad est, costituiscono l'Appennino siculo. I confini? A nord sono segnati direttamente dal Mar Tirreno e sud dal massiccio dell’Etna.
Gli antichi Greci chiamavano questa zona "la terra dei caprioli", ed è proprio da "nebros", capriolo, che nasce il nome del parco. Ciò lascia intuire la ricca fauna presente in questa zona che ospita numerosi piccoli mammiferi (istrice, gatto selvatico, martora), i rettili e anfibi come la testuggine palustre. Le zone aperte ai margini dei boschi offrono invece ospitalità a molti rapaci come la poiana, il gheppio e il falco pellegrino, mentre le zone rocciose sono il regno dell'aquila reale. Senza contare, all’interno del Parco, la presenza di numerosi esemplari di cavallo sanfratellano, originario di questi monti, una razza preziosa per i caratteri tipici e per il ridotto numero di esemplari: è il famoso cavallo dei Nebrodi.
Ma è la vegetazione a offrire forse il migliore spaccato della varietà di quest’area naturalistica. Il piano Mediterraneo (dal livello del mare fino ai 600-800 metri) è caratterizzato dalla tipica macchia sempreverde con mirto, lentisco, ginestra, corbezzolo, sughera e leccio. Superati gli 800 metri e fino ai 1200-1400 metri di quota, si passa al piano Supramediterraneo, espressione delle querce di caducifoglie. Infine, più su ancora, ecco le splendide faggete, diffuse proprio attorno al Lago Ancipa.
Quella dei Nebrodi è una civiltà di contadini e pastori che si riflette in numerose produzioni artigianali: ricami di tovaglie e lenzuola eseguiti a mano, ceste e panieri di giunco o canna, oggetti per uso agricolo in legno e pregevoli ceramiche. Senza contare, ovviamente, i prodotti alimentari e in particolare i formaggi.
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