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Migranti, la polizia ungherese usa lacrimogeni e cannoni ad acqua:…

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ungheria: blocco anche del confine croato

Migranti, la polizia ungherese usa lacrimogeni e cannoni ad acqua: centinaia di feriti

Si fa sempre più drammatica l’emergenza profughi. Nei giorni scorsi l'Austria ha annunciato il ripristino dei controlli alle frontiere, controlli che riguarderanno anche il confine con l’Italia, mentre il governo della Slovenia ha annunciato che introdurrà temporaneamente controlli alla frontiera con l’Ungheria. In questo Paese sono migliaia i profughi che premono per proseguire il loro viaggio spesso verso altri Paesi europei. Incidenti sono scoppiati oggi a Horgos, davanti al muro al confine con la Serbia. Gruppi di migranti esasperati hanno sfondato la barriera di filo spinato e hanno lanciato pietre contro i poliziotti. In un clima di grande tensione, la polizia in tenuta antisommossa ha rafforzato il presidio lanciando gas lacrimogeni e utilizzando i cannoni ad acqua.

Unhcr: centinaia di migranti feriti negli scontri
L'agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr) ha espresso «estrema preoccupazione» per le violenze al confine tra Serbia e Ungheria e ha denunciato che molti migranti sono rimasti feriti e bambini sono stati separati dai genitori.

Secondo fonti mediche, almeno 300 persone sono rimaste ferite negli scontri al confine di Horgos. La metà ha riportato conseguenze per il lancio dei lacrimogeni mentre un'altra metà ha riportato ferite da taglio. Tra i feriti anche 20 poliziotti ungheresi.

La Serbia protesta contro Ungheria per uso dei gas
Il governo ungherese ha deciso di «sospendere temporaneamente» dal traffico, per 30 giorni, il tratto autostradale tra Horgos e Rozske, che costeggia la frontiera con la Serbia. Lo ha reso noto il governo serbo di Belgrado, che ha protestato con le autorità di Budapest per l’utilizzo ungherese dei gas lacrimogeni.

Intanto martedì, nel primo giorno dell'entrata in vigore della nuova legislazione per fermare gli arrivi, 367 migranti sono entrati illegalmente in Ungheria e tutti saranno oggetto di un procedimento giudiziario. La prima condanna di un migrante ai sensi della nuova legge è già avvenuta. Di questi 367 migranti, 316 sono stati arrestati. I profughi che hanno presentato domanda di asilo sono stati solo 70 e 40 domande sono state già respinte. Lunedì, vigilia dell'entrata in vigore della legge, 9.380 migranti - un record - erano entrati in Ungheria, secondo la polizia magiara.

Orban: ampliare il muro anche alla frontiera croata
«Dovremo ampliare il muro anche alla frontiera croata», dopo quelli eretti alle frontiere serba e rumena. Lo ha detto il premier ungherese Viktor Orban in un'intervista a Die Welt.

Tuttavia, in una intervista a Die Welt, Viktor Orban, riferendosi all'ipotesi di quote di distribuzione dei profughi tra paesi europei: se le quote nell'Ue passano a maggioranza «allora sono una legge e noi dobbiamo accettarla ».

L’ira di Ban Ki-moon
Nella vicenda è intervenuto con una dichiarazione anche il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, «scioccato nel vedere come alcuni migranti e rifugiati sono trattati, non è accettabile. È gente che scappa da guerra e persecuzione e deve essere trattata con dignità umana». Ban ha invitato tutti gli Stati «ad assumersi le proprie responsabilità e a portare avanti i propri obblighi legali».

La Croazia è la nuova porta d’Europa per i migranti
Visti i problemi alla barriera ungherese numerosi migranti stanno tentando una nuova rotta, quella che passa per la Coreazia. Il ministro dell'Interno croato Ranko Ostojic ha comunicato che sono circa 300 i migranti entrati finora nel Paese dalla Serbia dopo la chiusura del confine serbo-ungherese. «Il numero è cresciuto», ha detto in Parlamento. Il premier Zoran Milanovic ha fatto sapere che incontrerà, probabilmente domani, il cancelliere austriaco Werner Faymann. «È evidente che queste persone non vogliono restare in Croazia», ha detto Milanovic.

I profughi entrati nell'Ue attraverso la Croazia saranno autorizzati a proseguire il cammino attraverso il Paese e quindi dirigersi verso l'Europa occidentale, ha assicurato Milanovic. «La Croazia è assolutamente pronta a ricevere queste persone o indirizzarle dove vogliono andare, ovvero ovviamente la Germania e i Paesi scandinavi», ha detto dinanzi al Parlamento. «Saranno in grado di attraversare la Croazia e li aiuteremo: noi siamo pronti».

In Croazia attesi 4mila profughi
Il vicepremier croato Ranko Ostojic ha sottolineato che le autorità si aspettano l'arrivo di circa 4.000 migranti nei prossimi giorni. La Croazia si prepara quindi a un possibile afflusso massiccio di profughi, respinti dal muro ungherese e che potrebbero decidere di seguire itinerari alternativi nella loro marcia verso Austria, Germania e il resto del nord Europa. «Attualmente abbiamo messo a punto un piano straordinario», ha detto il ministro dell'interno Ranko Ostojic. La possibile rotta verso la Croazia è confermata dalle notizia che giungono dalla Serbia, dove alcuni autobus carichi di migranti giunti dalla Macedonia e in partenza per il nord hanno esposto sul parabrezza non più il cartello Beograd o Horgos ma Sid, il posto di confine tra Serbia e Croazia. Per venerdì o martedì prossimo il presidente croato Kolinda Grabar-Kitarovic ha convocato una riunione del consiglio di sicurezza nazionale.

Merkel insiste: serve vertice straordinario
Intanto Angela Merkel insiste sulla necessità di un vertice europeo straordinario sull'emergenza profughi. Lo ha ribadito oggi a Berlino il portavoce di governo George Streiter, secondo quanto riporta Ntv.

Ue: esperti in Sicilia e hotspot già avviati
Sul fronte italiano, invece, gli esperti delle agenzie Ue Frontex, Easo, Europol ed Eurojust sono già operativi in Sicilia per gestire, assieme ai funzionari italiani, le attività di registrazione dei migranti in arrivo sulle coste del nostro Paese per individuare chi ha diritto allo status di profugo. Lo ha sottolineato la portavoce della Commissione europea, Natasha Bertaud, assicurando che da questo punto di vista «gli hotspot stanno cominciando a funzionare come previsto» e che «dal primo ottobre cominceranno i primi trasferimenti di richiedenti asilo da Italia e Grecia», nell'ambito del primo schema che prevede la redistribuzione di 40mila rifugiati, come stabilito nello scorso mese di luglio (di cui 24mila dall'Italia).

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