La scelta dell'università

Norme e Tributi In primo piano

Primo esame: superare i test

Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2010 alle ore 10:19.

Il primo esame da sostenere all'università arriva ancora prima dell'iscrizione: è il tanto temuto test d'ingresso dal quale, nelle facoltà a numero chiuso, dipende la possibilità di intraprendere la carriera universitaria. Ma l'esame di ammissione non è più una prerogativa dei soli corsi a numero programmato, perché sempre più università prevedono i cosiddetti test non vincolanti, con conseguenze diverse a seconda degli atenei. Vediamo dunque quali sono gli esami da superare prima di poter iniziare le lezioni.

Accesso programmato
Sono ormai più di dieci anni che per tutti i corsi dell'area medico-sanitaria, architettura e scienze della formazione primaria il numero dei posti è fissato a livello nazionale dal ministero. A questi si aggiungono i corsi universitari di nuova attivazione, quelli in cui sono previsti laboratori o un tirocinio obbligatorio (come agraria, psicologia o scienze motorie). Per accedere a queste facoltà, quindi, è necessario superare le prove con un buon punteggio, visto che accederanno agli studi solo i migliori: la selezione tiene conto del risultato della prova (80 quesiti a risposta multipla, istituiti su base nazionale dallo stesso ministero in alcuni casi, come per medicina od odontoiatria) e il voto conseguito alla maturità. È la combinazione di questi due punteggi a determinare la posizione in graduatoria.

Per i test nazionali il calendario delle prove è già stato fissato (si veda la scheda a destra), mentre ancora non si conosce il numero dei posti a disposizione per ogni singolo ateneo: si parte il 2 settembre con medicina e si chiude il 20 ottobre con le specialistiche dell'area sanitaria. Le prove prevedono test attitudinali, per valutare le potenzialità di candidati (capacità analitica, logica, eccetera) e test di profitto, in cui si misurano le conoscenze degli studenti, facendo riferimento ai programmi ministeriali delle scuole superiori.

Il numero chiuso, inoltre, è previsto anche in alcune università private come Luiss e Bocconi, che permettono già durante l'ultimo anno delle superiori di effettuare il test e, nel caso di un fallimento, di ritentarlo dopo qualche mese. Ma prove di accesso sono previste anche in altre facoltà, come ingegneria ed economia: per gli aspiranti ingegneri il test è uguale in tutti gli atenei italiani per un accordo interfacoltà e si svolge lo stesso giorno. Lo stesso sta accadendo per le facoltà economiche: al momento sono 20 gli atenei che hanno deciso di adottare le stesse prove per l'accesso a economia.

L’articolo continua sotto

L'allenamento è il passo vincente

Come prepararsi ai test d'ingresso? Che si tratti di prove vincolanti o test di orientamento – con

I giorni delle prove

Ecco le date stabilite dal ministero dell'Università per i test d'ingresso vincolanti. La data è

Tags Correlati: Bocconi | Normativa | Università Liuc

 

Test non vincolanti
Gli "altri" test vengono comunemente chiamati test di orientamento o attitudinali, sono nati ufficialmente nel 2001 ma soltanto negli ultimi due anni sono stati adottati da quasi tutte le università. Lo scopo è far emergere le lacune nella preparazione dei diplomati e soprattutto la propensione per la facoltà che si è scelta, così da cercare di ridurre il numero degli abbandoni durante il primo anno.

Negli atenei che adottano queste selezioni, sono previste delle prove con metodologie di svolgimento e conseguenze profondamente diverse. L'Università Liuc, per esempio, prevede un test di ingresso gratuito (generalmente sono previsti costi di segreteria che arrivano anche a 60 euro), obbligatorio solo per chi ha ottenuto un voto di maturità inferiore a 75/100: le prove servono a valutare le attitudini nell'ambito della logica e della comprensione del testo, ma anche conoscenze di base di matematica e cultura generale.

A Padova, invece, dove il test va sostenuto prima dell'iscrizione, chi non supera la prova avrà dei debiti formativi da recuperare: questo significa dover sostenere entro il primo anno uno o più esami tra quelli previsti dal piano di studi. Per alcune materie, come lingua latina per gli studenti di lettere, la facoltà organizza dei veri e propri corsi di recupero. In altri casi, invece, è sufficiente un colloquio in cui si dovrà dimostrare di essere fortemente motivati all'iscrizione.