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Questo articolo è stato pubblicato il 30 luglio 2010 alle ore 21:22.
Detenzione domiciliare nell'ultimo anno di pena. La Commissione Giustizia della Camera ha dato il via libera in sede legislativa con 22 sì e 2 no e l'astensione della Lega al progetto di legge che prevede la detenzione domiciliare per chi deve scontare condanne inferiori a un anno o l'ultimo anno residuo di una maggiore pena. A favore del provvedimento si sono espressi Pd, Pdl, Udc. Il no è arrivato dall'Idv e da Giancarlo Lehner (Pdl). Ora il provvedimento passa al Senato per il placet finale.
Il testo è uno stralcio del disegno di legge di iniziativa del Governo che si interessava oltre che dell'esecuzione delle pene detentive non superiori a un anno anche della sospensione del procedimento con messa in prova.
In pratica fino alla completa attuazione del piano straordinario penitenziario, e comunque non oltre il 31 dicembre 2013, ci sarà l'esecuzione domiciliare delle pene detentive non superiori a un anno. «Il provvedimento prevede - spiega il relatore Alfonso Papa (Pdl) - che la misura non sia applicabile ai reati più gravi come criminalità organizzata, delitti di stampo mafioso o terroristico, o di matrice sessuale, traffico di stupefacenti, reati contro il patrimonio connesse all'uso delle armi, come la rapina». Ma anche se sussiste la possibilità che il condannato possa darsi alla fuga.
Nella concessione del beneficio non c'è nessun automatismo. È stata, infatti, individuata una procedura che esaminerà, caso per caso, l'idoneità alla misura. «Il provvedimento - sottolinea Papa - si pone come obiettivo, in un momento in cui la pressione carceraria ha una dimensione inaccettabile, di mitigare la situazione a quei soggetti a fine pena che hanno manifestato una condotta corretta e meritevole».