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Questo articolo è stato pubblicato il 30 luglio 2010 alle ore 18:12.
I prefetti avranno maggiori poteri nel controllo di appalti e cantieri. Il consiglio dei ministri ha dato il via libera definitivo allo schema di regolamento sul rilascio delle informazioni antimafia per accessi e accertamenti nei cantieri delle imprese interessate all'esecuzione di lavori pubblici. Il provvedimento, spiegano dalla Funzione Pubblica, rientra tra le comunicazioni e le certificazioni previste dalla normativa antimafia e nel cosiddetto "pacchetto sicurezza", predisposto dal Viminale. Soddisfatti i ministri Brunetta e Maroni.
Il regolamento, che avrà la forma di un Dpr, un decreto del Presidente della Repubblica, amplia il raggio d'azione dei prefetti in materia di contrasto alla criminalità organizzata, conferendo loro il potere di avvalersi del gruppo interforze per disporre accessi e accertamenti presso i cantieri delle imprese interessate all'esecuzione dei lavori pubblici e, quindi, di rilasciare le informazioni sulle infiltrazioni della criminalità organizzata anche dopo l'avvenuta aggiudicazione dell'appalto. Si tratta di poteri, ricordano da palazzo Chigi, già attribuiti all'Alto commissario antimafia, il cui esercizio viene ora trasferito ai prefetti e mira all'accertamento di forme di collusione riscontrate attraverso indagini di polizia.
Tra gli altri provvedimenti approvati dal consiglio dei ministri, da segnalare l'ok al decreto legislativo sulla qualità dell'aria, che recepisce norme comunitarie. Il provvedimento, fortemente voluto dal ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, interviene a fissare i valori e gli obiettivi di qualità dell'aria da raggiungere o da perseguire, per quanto riguarda in particolare biossido di zolfo, biossido di azoto, benzene, monossido di carbonio, piombo. E' prevista, inoltre, la possibilità di ricorrere a misure nazionali qualora da un'apposita istruttoria risulti che tutte le possibili misure individuabili dalle regioni nei piani di qualità dell'aria non siano risolutive, in quanto i superamenti sono causati in modo decisivo da sorgenti di emissione su cui le regioni non hanno competenza amministrativa e legislativa. In tal caso, si dovrà procedere all'adozione di misure di carattere nazionale sulla base dei lavori di un comitato da istituire presso la presidenza del consiglio dei ministri.