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Questo articolo è stato pubblicato il 04 agosto 2010 alle ore 10:22.
Si avvalevano della collaborazione di giovani commercialisti cinesi laureati a pieni voti nelle università italiane per sottrarre al fisco centinaia di milioni di euro. Sono 1200 le imprese tessili cinesi responsabili di una maxi evasione (300 milioni di euro in due anni) scoperta dalla guardia di finanza dell'Emilia Romagna. L'operazione ha portato all'arresto di due imprenditori e a individuare 70 lavoratori cinesi clandestini.
Oltre ai due imprenditori arrestati, altri 24 sono stati denunciati a piede libero per reati legati all'immigrazione. Gran parte delle imprese cinesi che utilizzavano fatture false per evadere il fisco (ecco quella con l'importo record di 309mila euro) si trovano nel centro nord.
Come accennato, tutti si avvalevano della collaborazione di giovani laureati immigrati di seconda generazione, nati in italia e perfettamente integrati, che hanno frequentato l'università e scelto le professioni contabili con una clientela esclusivamente composta da connazionali. Solo in un caso (in Emilia Romagna) uno degli studi contabili era intestato e diretto da un professionista italiano, mentre i 4 praticanti erano tutti cinesi (così come il 90% della clientela dello studio).