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Questo articolo è stato pubblicato il 02 settembre 2010 alle ore 17:27.
Ripresa dei lavori parlamentari ad alta tensione. Camera e Senato riaprono i battenti, rispettivamente l'8 e il 15 settembre, con una raffica di nodi da sciogliere che metteranno subito alla prova la tenuta della maggioranza, stretta nella partita senza esclusione di colpi fra finiani e berlusconiani. Il tema più caliente è sicuramente la giustizia, a partire dal processo breve, passando per il nuovo Lodo Alfano, le intercettazioni impantanate, il diritto di cittadinanza agli immigrati, gli arresti domiciliari nell'ultimo anno di pena. Ma a dividere ci sono anche temi etici come il biotestamento.
Dopo un iter lungo e pieno di "stop and go", che ha compreso anche un rinvio alle Camere da parte del Capo dello Stato, è in aula al Senato il collegato lavoro, modificato nel testo su arbitrato e delega per l'esenzione dei lavori usuranti dal nuovi vincoli previdenziali. Provvedimento che dovrà poi passare a Montecitorio per il placet definitivo.
L'aula del Senato se la dovrà vedere anche con il rendiconto generale dell'amministrazione dello Stato e con l'assestamento di bilancio. Alle Camere a fine settembre dovrebbe arrivare anche la legge di stabilità, provvedimento light che sarà varato dal Governo entro la fine del mese, composto per lo più da tabelle, a completamento della manovra estiva. In arrivo anche il rafforzamento del piano Sacconi contro il sommerso con l'aggravante per lo sfruttamento dei clandestini e il piano Sud, con una ridistribuzione dei fondi Fas centrata su un pacchetto di opere selezionate.
Al Senato deve anche iniziare l'esame del decreto Trasporti varato prima della pausa estiva dal Consiglio dei ministri. In attesa dei pareri parlamentari – pur non vincolanti - anche i tre decreti attuativi del federalismo varati dall'Esecutivo sui fabbisogni standard, Roma Capitale e Fisco comunale. Su questo fronte non hanno ancora visto la luce altri 3 decreti attuativi su tributi provinciali, costi standard per le regioni e finanza regionale. Che rischiano di restare al palo in caso di rottura della maggioranza.
Arriva alla Camera anche il contestato testo di riforma dell'università che riordina le carriere ripristinando il concorso nazionale e potenziando i sistemi di valutazione del lavoro svolto da docenti e ricercatori. Il problema sono anche le risorse. Oggi il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini ha assicurato che saranno reperiti già a partire dal giro di boa del provvedimento a Montecitorio.