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Questo articolo è stato pubblicato il 11 settembre 2010 alle ore 09:32.
Il cantiere per l'attuazione della manovra correttiva varata questa estate ha riaperto i battenti. Al di là dei lavori in corso sul redditometro, l'obiettivo dell'amministrazione finanziaria è rispettare il termine del 29 settembre entro cui saranno almeno due i provvedimenti da emanare per rendere pienamente operative altrettante misure varate con il decreto legge 78/2010 e con la relativa legge di conversione n. 122. Si tratta, in particolare, dei provvedimenti del direttore delle Entrate sul transfer pricing e il conguaglio per i pensionati a basso reddito in relazione al pagamento del canone Rai. A questi seguono, le agevolazioni fiscali per le reti di impresa e l'adesione all'accertamento con adesione per chi ha optato per il consolidato.
In realtà, sfogliando l'agenda per l'attuazione del Dl 78 prima di questi provvedimenti l'amministrazione avrebbe dovuto sfornarne almeno altri due. Uno era il decreto di Economia, Lavoro e Conferenza unificata sull'individuazione dei tributi per i quali si rende applicabile la compartecipazione al 33% dei comuni nel contrasto all'evasione fiscale. Il decreto era atteso addirittura prima della pausa estiva. Diverso il caso dell'altro decreto sui fondi immobiliari chiusi il cui termine - non perentorio, ma semplicemente funzionale alla corretta applicazione della norma antielusiva per contrastare i cosiddetti "fondi veicolo" - sarebbe in realtà scaduto in piena pausa estiva a fine agosto. A oggi però non c'è ancora traccia del provvedimento. La mancata emanazione del decreto ha rinviato di fatto l'obbligo (da effettuare entro 30 giorni dal decreto) di liquidazione del fondo comune di investimento da parte delle Sgr che non intendono adottare le delibere di adeguamento previste dalla manovra.
Per quanto riguarda, invece, i provvedimenti cui sta lavorando in questi giorni l'agenzia delle Entrate per rispettare il termine del 29 settembre, quello certamente più atteso riguarda la documentazione che le imprese devono fornire al fisco per evitare il giro di vite in caso di rettifica dei prezzi di trasferimento praticati negli scambi di beni e servizi effettuati nei confronti di società controllate, anche indirettamente, non residenti nel territorio dello Stato (transfer pricing). Oltre alle direttive Ocse, cui la stessa norma della manovra fa riferimento, la bussola che sta seguendo il fisco per la messa a punto del provvedimento è la risoluzione del Consiglio europeo del 27 giugno 2006 n. 176 sulla definizione di un codice di condotta relativo alla documentazione dei prezzi di trasferimento per le imprese associate nell'Unione europea.