Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 17 settembre 2010 alle ore 11:32.
Via libera del consiglio dei ministri al decreto su Roma capitale, mentre il premier smentisce qualsiasi «compravendita» di voti in vista della verifica di governo di fine settembre. Secondo quanto riferiscono fonti governative, Silvio Berlusconi ha negato di essere impegnato in «mercati e campagne acquisti» di parlamentari, dichiarandosi invece sicuro di poter contare su tutti i voti degli eletti nelle liste del Pdl e, aggiungendo, «probabilmente di qualcuno in più, di persone che hanno saputo apprezzare il nostro grande lavoro».
Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno ha annunciato che il provvedimento su Roma capitale, votato all'unanimità dal cdm, sarà pubblicato domani sulla Gazzetta Ufficiale. Si tratta, ha detto Alemanno, di «un primo passo necessario e importante per fare in modo che la nostra città abbia una governance adeguata, non solo al ruolo di Capitale d'Italia, ma anche al ruolo internazionale della città».
Con l'approvazione definitiva del provvedimento, nasce ufficialmente l'ente territoriale «Roma capitale», previsto dalla legge sul federalismo fiscale. D'ora in avanti il primo cittadino della Capitale può essere udito nelle riunioni del Cdm quando all'ordine del giorno sono in programma argomenti inerenti la città di Roma. In arrivo poi una cura dimagrante per la futura assemblea capitolina, che prenderà il posto dell'attuale consiglio comunale. I consiglieri passano da 60 a 48. Diminuiranno anche i municipi (vale a dire le ex circoscrizioni), da 19 a 15, ma avranno una maggiore autonomia amministrativa e finanziaria.
Prevista anche la possibilità per gli assessori di rientrare come consiglieri se decadono dal loro incarico e la procedura di urgenza nell'attività dell'assemblea capitolina su alcuni determinati provvedimenti. Alemanno, arrivato a Palazzo Chigi, ha voluto ringraziare il premier, il ministro della Semplificazione normativa, Roberto Calderoli e, ha aggiunto, «anche l'opposizione, in particolare il Pd, per l'appoggio fornito al decreto in parlamento».