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Questo articolo è stato pubblicato il 16 ottobre 2010 alle ore 09:48.
Il fatto che le spese relative a investimenti durevoli vengano tutte imputate a reddito presunto dell'anno ai fini del nuovo accertamento sintetico potrebbe determinare un'ulteriore contrazione dei mercati (specie di quello immobiliare), l'aumento delle transazioni "in nero" e favorire l'intestazione societaria.
La nuova norma fissa la presunzione che tutto ciò che si è speso nel periodo d'imposta sia finanziato con redditi maturati nello stesso periodo, ferma restando la possibilità di provare che le spese sono state alimentate con redditi precedenti, esenti, soggetti a ritenuta alla fonte a titolo di imposta o con liberalità. Nel concetto di «spesa di qualsiasi genere» rientrano sia le spese ordinarie sia quelle straordinarie. Tra quest'ultime sono da includere anche quelle che prima erano annoverabili tra le spese per incrementi patrimoniali, per esempio gli immobili, le autovetture, i mezzi finanziari; la vecchia norma stabilivano che queste spese si presumessero sostenute con redditi conseguiti, in quote costanti, nell'anno di effettuazione della spesa e nei quattro precedenti, per cui l'incremento della ricchezza si poteva ritenere stratificato negli anni che avevano preceduto l'acquisto. Con il Dl 78/2010 è stata eliminata questa previsione, sicché le spese che rientravano tra gli incrementi patrimoniali ora vanno considerate tra le «spese di qualsiasi genere» sostenute nel periodo d'imposta. Se ad esempio il contribuente nel 2010 acquista un'abitazione per 300mila euro e stipula un mutuo per 200mila euro, l'importo di 100mila euro viene tutto imputato a reddito presunto di quest'anno.
Questa impostazione, anche se elimina la vecchia discrasia per cui il bene disponibile rilevava sia ai fini del redditometro sia come incremento patrimoniale, appare troppo penalizzante perché un investimento di un certo "peso" non può essere stato sostenuto solo con redditi dell'anno. Questo anche in considerazione delle difficoltà che avrà il contribuente a dimostrare il contrario. In mancanza di liberalità che hanno finanziato la spesa, non si potrà che portare in visione agli uffici copia delle proprie dichiarazioni dei redditi degli anni passati. Si tratta però di capire quanto si potrà risalire, e le modalità con cui l'ufficio riuscirà a comprendere che alcune spese possono essere il frutto di molti anni di sacrifici. Per questa ragione, la norma sembra concedere troppo spazio di manovra agli uffici, soprattutto nel considerare il numero congruo di annualità passate come fonte delle spese.