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Questo articolo è stato pubblicato il 21 ottobre 2010 alle ore 23:31.
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NAPOLI - Un patto degli onesti, in prima fila i commercialisti. Claudio Siciliotti, presidente del Consiglio nazionale di categoria, all'apertura del congresso di Napoli (leggi il resoconto della prima giornata e guarda tutte le video interviste) non ha timore di delineare un obiettivo ambizioso, che supera gli interessi professionali. E la categoria si espone direttamente con quattro proposte di legge. Ieri è stata presentata la prima (si veda l'articolo nella pagina): inserire in Costituzione lo statuto del contribuente. Oggi, venerdì 22, si dibatterà del disegno di legge sulla certificazione, da parte di un professionista terzo, per attestare il merito di credito delle Pmi. Le altre proposte riguardano la liberazione dai debiti delle micro realtà economiche e le società per i professionisti .
Siciliotti insiste da tempo su quella che deve essere la metamorfosi della politica di categoria: «Vogliamo parlare non solo di noi stessi, ma offrire un contributo al paese». Nel discorso che ieri ha dato avvio alla tre giorni di lavori, nell'auditorio della Mostra d'Oltremare a Napoli con 2mila professionisti, Siciliotti ha utilizzato un linguaggio coinvolgente: «Siamo una comunità che condivide competenze e valori, insieme abbiamo iniziato un percorso e il sentiero, come dice un detto andino, si fa camminando».
La sfida di Siciliotti si può sintetizzare nel concetto di «comunità»: l'individualismo che spesso ha caratterizzato i professionisti può sembrare un destino per chi, chiuso nel proprio studio, cerca di non perdersi tra le norme fiscali costruite senza logica sistematica e negli adempimenti sempre più pressanti. Siciliotti, invece, propone un'altra cifra per la professione e pone l'accento su un sistema di valori condivisi, sulla competenza e sull'etica. Da qui la scelta di aprire il congresso con uno spezzone del film su Giorgio Ambrosoli, l'eroe borghese ucciso dalla mafia nel 1979.
Siciliotti non ha timore di ricorrere anche a termini che forse possono prestarsi a sfumature retoriche: il richiamo agli interessi del Paese e alla necessità di sacrificio costituisce uno dei fili conduttori del suo discorso. L'analisi parte dai dati: il debito pubblico ha superato il 115% sul Pil, il deficit è al 5,3%, chi ha un posto fisso è ipergarantito, il sistema pensionistico paga assegni non collegati a quanto versato. «Non c'è dignità - dice Siciliotti - in un sistema che riduce il futuro a una successione per motivi anagrafici».