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Norme e Tributi Fisco

Redditometro al traguardo entro fine anno. Debutto con il ravvedimento sulle dichiarazioni del 2009

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Questo articolo è stato pubblicato il 02 novembre 2010 alle ore 08:12.

Il redditometro prova a stringere i tempi in vista del traguardo di fine anno. Con l'obiettivo di raggiungere il risultato anche attraverso un confronto con le categorie. Confronto che associazioni e professionisti chiedono parta subito e, soprattutto, che non sia di mera facciata. E lo stesso Luigi Magistro, direttore centrale Accertamento delle Entrate, conferma che per l'avvio degli incontri è ormai questione di giorni.

Magistro è uno dei maggiori sponsor del nuovo redditometro e ne segue da vicino l'elaborazione, a stretto contatto con i tecnici della Sose che stanno predisponendo il modello con il quale si stimeranno i redditi "attribuibili" agli italiani, specialmente quelli restii a dichiararne parti cospicue al fisco. E per il 2009, primo anno degli accertamenti fondati sul nuovo articolo 38 del Dpr 600/1972, il contribuente che si accorgerà di essere "fuori" potrà puntare sul ravvedimento, visto che il nuovo strumento sarà disponibile solo dopo la presentazione della dichiarazione. In Sose, dunque, si sta lavorando sui prototipi.

Cautela è la parola d'ordine. Spiega, infatti, Giampiero Brunello, presidente e ad della Società per gli studi di settore: «Gli applicativi definitivi dovranno servire sia a priori, per i contribuenti che vorranno conoscere prima di procedere alla dichiarazione qual è il livello di reddito calcolato dal Fisco, sia a posteriori per le verifiche. Si tratta di strumenti di grande precisione e non si può improvvisare».

Il nuovo redditometro viaggerà a due vie: sulla base del comma 4 dell'articolo 38 oppure sul comma 5. Nel primo caso un volume di spese di "grande impatto" sarà attribuito tutto a reddito dell'anno, fatta salva la possibilità del contribuente di dimostrare il contrario. Nel secondo caso sulla base delle spese ricostruibili attraverso le banche dati del fisco, sarà attribuito al contribuente un reddito "indotto" con una complessa funzione di stima, che non solo terrà conto delle spese, ma anche della collocazione geografica e del nucleo familiare. Il funzionamento di questo secondo braccio sarà, appunto, presentato nelle prossime settimane a professionisti e categorie.

«A oggi – sottolinea Enrico Zanetti, coordinatore ufficio studi del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili – siamo fermi al comunicato stampa in cui l'Agenzia annunciava che ci sarebbe stato ampio confronto. Attendiamo con la fiducia che i vertici dell'Agenzia meritano. Siamo anche fiduciosi, però, che abbiano chiara quanto noi la differenza che intercorre tra un vero confronto e una sorta di presentazione anticipata di un prodotto già confezionato».

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L'atteggiamento che prevale nei destinatari del provvedimento è di attesa, soprattutto per appurare come le decine di voci di spesa di cui le Entrate dispongono saranno intrecciate. Come saranno considerati rispetto alle spese i risparmi dell'anno, per esempio? Ragionevolezza, invoca Andrea Trevisani, di Confartigianato («Occorrerà vedere come funziona, poi potremo esprimere un giudizio»). Beniamino Pisano (Casartigiani) auspica invece che il redditometro non sia alternativo agli studi di settore: «Può servire a confermarne i risultati, ma non ad accertare un reddito indipendentemente dai risultati di Gerico». Per Antonio Vento (Confcommercio) «si tratta di strumenti che viaggiano distintamente e per finalità diverse. Non bisogna fare confusione».

Occorre far tesoro dell'esperienza degli studi, aggiunge Claudio Carpentieri (Cna): «Non si può attribuire un reddito a un cittadino, senza avere una relativa certezza sulla bontà della stima. Quando viene anticipata con un software a tutti i contribuenti occorre riflettere di più. Anche perché nel redditometro la possibilità della prova contraria è molto ridotta rispetto agli studi». Sospende il giudizio anche Marino Gabellini (Confesercenti). Ma precisa: «Il redditometro non dovrà sovrapporsi agli studi. Come questi ultimi, semmai, il nuovo strumento non dovrebbe essere calato dall'alto, ma nascere da un confronto con le categorie».

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