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Questo articolo è stato pubblicato il 22 novembre 2010 alle ore 08:24.
Avvocati sotto i riflettori. Domani, con ogni probabilità, l'aula del Senato approverà in prima lettura una riforma ordinamentale attesa da anni. E il trentesimo congresso nazionale forense – in programma da giovedì a Genova – riceve una forte spinta positiva, soprattutto perché la riforma è stata promossa da tutte le anime dell'avvocatura, Consiglio nazionale forense in primo luogo, ma anche dall'Organismo unitario.
Tornano le tariffe, tra un minimo e un massimo, come indicatori di riferimento per la determinazione degli onorari per la prestazione. E con le tariffe rispunta il divieto del "patto di quota lite": l'avvocato, in altre parole, non potrà ancorare parte della parcella al risultato ottenuto.
L'attività di consulenza legale, così come l'assistenza stragiudiziale, vedranno inoltre protagonisti sempre i legali. Tutte misure fortemente volute dalla classe forense, che ottiene un significativo successo. L'approvazione di Palazzo Madama – come detto – è solo un primo passaggio, e ora la partita si trasferisce a Montecitorio, "appesa" al filo della possibile conclusione anticipata della legislatura. Ma per i vertici della categoria questo primo tassello è sicuramente un biglietto da visita importante da spendere nel corso dell'appuntamento genovese.
Sullo sfondo, tuttavia, la crisi economica non lascia dormire sonni tranquilli a una categoria professionale che continua a crescere e che ormai annovera tra le sue schiere circa 220mila professionisti. È proprio di questi giorni la diffusione dei risultati dell'indagine della Cassa forense sui "guadagni" dei legali italiani: per il secondo anno consecutivo i redditi dichiarati ai fini Irpef sono in flessione. Dell'1,1% tra il 2009 e il 2008, addirittura del 6,5% rispetto ai valori rivalutati del 2007, chiudendo sotto la soglia psicologica dei 50mila euro annui. A passarsela peggio sono ovviamente i più giovani: i professionisti tra 24 e 34 anni entrano a pieno diritto nella "generazione mille euro", con un reddito medio, al netto dei contributi, di appena 19mila euro (nel corso del congresso saranno presentati anche i risultati dell'osservatorio permanente giovani avvocati, si veda l'articolo pubblicato qui sotto).