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Questo articolo è stato pubblicato il 22 dicembre 2010 alle ore 18:07.
Così è, se vi pare. Il milleproroghe "approvato" dal Consiglio dei ministri è un work in progress che muta a ogni ora, sino quando non sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Le trattative sottobanco continueranno sino ad allora. In nome della trasparenza? Per il settore della comunicazione e dell'audiovisivo, per quanto se ne sa al momento, se non è una disfatta, poco ci manca.
Il taglio a editoria e tv locali
Per salvare il cinque per mille, che solo in parte va alla cultura, infatti, nel milleproroghe si sono ridotti di 50 milioni i fondi per il sostegno all'editoria per il 2011, previsti da un provvedimento uscito ieri - sottolineiamo l'ieri - sulla Gazzetta Ufficiale e di 45 milioni i fondi per l'emittenza televisiva locale, che aveva già preso i contributi dell'editoria all'inizio di quest'anno e che sta restando schiacciata da una transizione al digitale terrestre tutta imperniata sulle tv nazionali e sull'asta delle frequenze (assegnate alle tv locali e solo a loro) a favore delle compagnie telefoniche.
Nessun reintegro del Fondo unico per lo spettacolo
Il cinema e lo spettacolo, a loro volta, sono rimasti di stucco: nessun reintegro per il Fondo unico per lo spettacolo e nessun aumento del biglietto del cinema da un euro. Tale aumento era una sorta di tassa di scopo per finanziare i 90 milioni per gli incentivi fiscali a favore della produzione di film in Italia (non solo di film italiani) e della digitalizzazione delle sale. Gli incentivi fiscali (tax credit e tax shelter) sono stati prorogati solo sino al 30 giugno del prossimo anno - e non per il triennio promesso e richiesto dal settore - e così sono quantomeno inefficaci, dati i tempi richiesti per ideare, preparare, organizzare e portare a termine una produzione audiovisiva e della ricerca dei partner privati.
Stralciata la convenzione con Radio Radicale
Stralciata anche la convenzione con Radio Radicale per il 2012 mentre è confermata la proroga a fine 2012 del divieto di controllare congiuntamente televisione e quotidiani nazionali per chi ha più di una rete televisiva (chi ha interesse, oggi a comprare quotidiani in questa situazione di mercato e di finanziamenti pubblici?).