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Questo articolo è stato pubblicato il 19 gennaio 2011 alle ore 09:28.
Due mesi di tempo dall'entrata in vigore del decreto per mettersi a posto con l'affitto, ed evitare super-multe e canoni al minimo per quattro anni, e raddoppio della sanzione destinate a chi si fa pizzicare con una casa fantasma, per finanziare il premio al comune.
In base a quanto è stato rivelato al Sole 24 Ore, nella nuova versione del decreto attuativo sul federalismo municipale verranno affinati gli strumenti anti-evasione, dedicati soprattutto al settore immobiliare. Al centro del federalismo, però, non c'è solo il mattone: le indiscrezioni sulle correzioni apportate negli ultimi giorni confermano anche l'accelerazione dei premi per i sindaci che combattono l'evasione dei tributi statali (anticipate sul Sole 24 Ore del 15 gennaio), e che non dovranno più attendere i tempi lunghi della riscossione a titolo definitivo.
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Sugli affitti in nero sembra confermato l'impianto varato ad agosto, e si limita ad aggiornare il calendario che si è allungato rispetto alle previsioni dell'estate. Il periodo finestra per regolarizzare i contratti sarà di 60 giorni, e scatterà dall'entrata in vigore del provvedimento. I proprietari che faranno passare il termine incapperanno nella duplice bastonata: la sanzione fino al 400% dell'imposta non riscossa, per cancellare la convenienza realizzata negli anni trascorsi in nero, e il tetto al canone, che per i successivi quattro anni non potrà superare il triplo della rendita catastale (di fatto, uno sconto per l'inquilino dal 70% al 90 per cento). È soprattutto quest'ultima regola, nelle intenzioni del governo, a offrire il grimaldello contro il mezzo milione di affitti in nero, che ogni anno sottraggono circa un miliardo alla raccolta dell'Irpef: il tetto offre agli inquilini un incentivo concreto a denunciare il proprietario infedele all'erario, nella più classica logica del conflitto d'interessi fiscale.
Sul terreno degli incentivi si gioca anche il secondo tempo della partita contro le case fantasma, dopo che il 31 marzo si chiuderà il primo tempo della regolarizzazione. Per le emersioni successive si era ipotizzato inizialmente un premio ai sindaci da 1.500 euro per ogni casa scovata nel territorio del loro comune; ora viene ipotizzata una strada diversa, che raddoppia le sanzioni catastali e ne gira il 50% al comune. La sanzione sulle case fantasma scoperte dopo il 31 marzo potrà oscillare quindi da 516 a 4.132 euro, e il premio al comune andrà di conseguenza da 258 a 2.066 euro a immobile. Sulla carta, quindi, la raccolta può rivelarsi addirittura più sostanziosa del previsto: le prime stime parlano di circa 900mila case che ancora mancano all'appello del catasto e che a fine marzo potrebbero ridursi a 800mila. Quindi l'emersione totale potrebbe portare da 206 milioni a 1,6 miliardi ai comuni. Resta il fatto, però, che la decisione sulla sanzione da applicare resta nelle mani del Territorio, che finora nella prassi ha optato quasi sempre per il livello minimo. I proprietari, comunque, avranno sempre ampie chance di dimostrare che il loro immobile è stato appena completato, e di provare in questo modo ad abbassare o annullare la sanzione.