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Questo articolo è stato pubblicato il 11 marzo 2011 alle ore 07:48.

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Da metà aprile il redditometro a doppio binarioDa metà aprile il redditometro a doppio binario

In futuro per verifiche e accertamenti, gli ispettori del Fisco potranno magari avvalersi anche di Facebook, Twitter e degli altri social network, come ha rivelato ieri il direttore delle Entrate, Attilio Befera, a margine della conferenza stampa per il decennale delle Agenzie fiscali. La lotta all'evasione, che pure sta garantendo risultati strutturali – i 25 miliardi «scoperti» lo scorso anno ne sono una prova –, dovrà affidarsi ad armi sempre affilate e cercare sempre nuove vie. Perché, lo ha sottolineato ancora Befera, «serviranno dieci anni per sconfiggerla, recuperando i 120 miliardi di euro sottratti allo Stato annualmente».

Nell'immediato, comunque, l'amministrazione finanziaria potrà contare su strumenti di sicuro impatto, a partire dal nuovo redditometro e dallo spesometro. In questi mesi, infatti, la filosofia degli 007 del Fisco è radicalmente cambiata. Non si andrà tanto a scovare i redditi occultati, ma si punterà a identificare le spese sostenute dai contribuenti, sul presupposto che per ogni euro speso si è guadagnato altrettanto. E se le due voci, uscita ed entrata non sono commisurabili, dovrà essere, con tutte le garanzie del caso, il contribuente a spiegarne la ragione.

In particolare, l'applicativo "redditometro", chiamato a delineare in maniera il più possibile precisa il tenore di vita dei contribuenti, sarà pronto entro il termine dei versamenti di giugno (è questo almeno la scadenza di massima dell'Agenzia). La sperimentazione sarà fatta insieme alle associazioni di categoria a partire dalla metà aprile o dall'inizio di maggio.

Tra le novità del programma c'è il fatto che sarà la famiglia "fiscale" a rappresentare il primo step dei controlli. In sostanza, la famiglia fiscale rileverà non solo per pesare le spese dei contribuenti sulla base delle tipologie dell'Istat (un po' come avviene per i cluster degli studi di settore), ma entrerà direttamente nel sistema di calcolo messo a disposizione del contribuente per valutare la propria situazione. Quindi, nel programma che avranno a disposizione i contribuenti potranno essere inseriti sia i beni e i redditi propri che quelli riferibili agli altri componenti del nucleo. In questo modo sarà verificata in prima battuta la "congruità" del reddito familiare. Solo in caso di grave discordanza fra i due valori suonerà il campanello d'allarme e si procederà al secondo passaggio, "spacchettando" redditi e beni intestati ai singoli componenti, e confrontando il loro tenore di vita – in base ai beni-indice di capacità contributiva che saranno a breve individuati dall'Economia – e il reddito dichiarato (al netto della franchigia del 20 per cento).

Il fisco non farà "accertamenti fiscali" sulle famiglie, possibilità esclusa dalla normativa. Ma selezionerà in questo modo il grado di "pericolosità" dei singoli contribuenti, considerando che all'interno della famiglia potrebbero esserci comunque redditi sufficienti a coprire le spese e dunque a giustificare il tenore di vita "ricostruito" dall'amministrazione.

Mettere a punto il nuovo redditometro non è semplice, in ogni caso, perché occorre far "rigirare" e collaudare il modello finora elaborato con i dati delle dichiarazioni 2009, come spiegato nei giorni scorsi dal direttore centrale Accertamento, Luigi Magistro: «Occorre traslare nel modello finora elaborato i dati relativi all'anno d'imposta 2009, per correggere le stime. La nostra preoccupazione è di arrivare a un prodotto affidabile che ci permetta di colpire i veri evasori. Anche perché i contribuenti onesti avranno come tutela un doppio contraddittorio».

Il redditometro avrà un forte impatto di tipo psicologico per favorire l'adempimento spontaneo. «Noi metteremo a disposizione un software – ha sottolineato Befera – affinché i cittadini possano adeguarsi. Per chi è in regola non cambia nulla: cambia per chi evade». Attraverso il programma delle Entrate ciascuno potrà sapere in anticipo, insomma, quando i suoi redditi possono considerarsi "congrui" e quando invece dovrà temere di finire nelle maglie del fisco.

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