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Questo articolo è stato pubblicato il 01 aprile 2011 alle ore 08:10.

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Studi, correttivi a prova di costiStudi, correttivi a prova di costi

I correttivi per la crisi si fanno più "accorti". Puntando l'attenzione, per quel che riguarda gli indici individuali, non più sui ricavi ma sui costi variabili. In particolare, saranno monitorati la dinamica dei costi variabili relativi a beni e servizi e l'andamento dei costi del personale per evitare un utilizzo troppo disinvolto dei correttivi.

La soluzione ha suscitato qualche perplessità, soprattutto da parte di artigiani e professionisti, nel corso della riunione della commissione degli esperti svoltasi ieri a Roma, dove Sose e agenzia delle Entrate hanno presentato i correttivi che saranno inseriti in Gerico 2011. Incontro dal quale è uscita l'idea di una crisi molto diversa da quella dell'anno precedente. Alcuni contribuenti, probabilmente, pur non essendo usciti dalle difficoltà, potranno vedere sconti meno accentuati in ragione del lieve recupero avvenuto nel 2010.

La struttura dei correttivi ripercorrerà le orme di quella dell'anno scorso, con indici relativi alla normalità economica, di settore e individuali.

Una delle voci più a "rischio" intercettate dagli indicatori di normalità economica è il magazzino, cercando di neutralizzare i "rigonfiamenti" fittizi a fini fiscali. Il correttivo di normalità economica dell'anno scorso concedeva una tregua sul magazzino, mentre quest'anno l'occhio potrebbe essere chiuso solo a certe condizioni. In particolare potrebbe essere chiesta una coerenza iniziale: su questo punto, dunque, non si dovranno notare manovre degli anni passati.

Il correttivo di settore non cambierà molto, se non che andrà a intercettare le caratteristiche della crisi 2010, che, come spiegano gli esperti dell'amministrazione, è stata molto diversa dall'anno precedente.

Completa il quadro il correttivo individuale che si giocherà sulla questione dei costi. In pratica i costi variabili di ciascun contribuente verranno confrontati con quelli del settore, per vedere se c'è una riduzione dell'attività. Infatti, il timore è che si possano verificare "aggiustamenti" dei ricavi per addomesticare i risultati di Gerico.

Una novità importante, ricordata dalla Lapet, riguarda i professionisti, per i quali gli studi terranno conto del fatto che i clienti sempre più spesso pagano un acconto e rateizzano il resto della parcella.

La questione "costi" in realtà ha preso gran parte dei lavori della giornata di ieri. Lo stesso documento si conclude non con un'approvazione, sia pure con riserva, della proposta, ma «conferma la necessità dei diversi livelli di intervento proposti e raccomanda un'attenta valutazione sulla concreta capacità che gli studi di settore adeguati avranno di rappresentare la realtà a cui si riferiscono». Rispetto al nuovo correttivo individuale la situazione è di attesa e non di rifiuto, visto che se ne vogliono vedere gli effetti. Probabilmente l'amministrazione terrà conto di molte delle obiezioni sollevate da categorie e associazioni.

Giampietro Brunello, amministratore delegato di Sose (la società per gli studi di settore), sottolinea: «Il nostro impegno resterà quello di garantire che gli studi rappresentino in modo più preciso possibile il risultato effettivo dell'attività dei contribuenti». Per questo il modello che l'amministrazione metterà in pista in questi giorni sarà verificato, come chiede il verbale di chiusura della riunione di ieri, con le 300mila contabilità inviate nei mesi scorsi alla Sose da parte delle associazioni.

I primi commenti delle categorie non sono di chiusura, ma di attesa. Afferma Andrea Trevisani di Confartigianato: «È importante che ci sia un confronto e una valutazione condivisa dei risultati che produrrà la sostituzione dei costi ai ricavi come elemento per intercettare la crisi». Preoccupazione condivisa da Claudio Carpentieri di Cna: «I costi – afferma – non sempre si possono ridurre e per questo occorrerà vedere bene gli effetti di questo criterio di ingresso al correttivo individuale».

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