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Questo articolo è stato pubblicato il 01 giugno 2011 alle ore 19:09.

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Gli avvocati sentono sulle spalle il peso della tecnologia e della competitivitá del mercato (Corbis)Gli avvocati sentono sulle spalle il peso della tecnologia e della competitivitá del mercato (Corbis)

Parlare dello stress è un tabù per molti avvocati d'affari. Eppure i risultati di un sondaggio condotto dalla pubblicazione LegalWeek in Inghilterra, hanno fatto emergere come il carico di stress sopportato da chi lavora in uno studio d'affari sia aumentato nel corso degli ultimi 10 anni. Un trend che sembra destinato a continuare.

Il 90% dei 138 partner intervistati ai fini della ricerca appena pubblicata, hanno dichiarato di essere soggetti a un considerevole livello di stress sul posto di lavoro, con la maggioranza dei soci degli studi della City, convinti che la tensione sia aumentata a causa dell'evoluzione tecnologica e di clienti sempre più esigenti sulle scadenze e sulle parcelle. Il 57% degli intervistati ha dichiarato che i livelli di stress nel mondo legale sono aumentati in modo "considerevole", e solo l'1% del campione considera che il fardello imposto dallo stress si sia invece alleggerito.

Nonostante questo aumento, oltre la metá degli intervistati crede che gli studi non siano in grado di gestire le pressioni a cui i soci e i collaboratori sono sottoposti, con solo il 10% del campione convinto che gli studi gestiscano questo fenomeno in modo adeguato. Per il 97% dei soci, le law firm dovrebbero aumentare le risorse investite per combattere i fattori dello stress. Per un terzo degli intervistati gli studi dovrebbero fare molto di più per combattere questo fenomeno. Secondo i professionisti intervistati, tra i fattori di stress figura anche la crisi economica che ha coinvolto gli studi due anni fa e che ha avuto tra le conseguenze un aumento della competitivitá sul mercato dei servizi legali.

I clienti si aspettano dai loro advisor una disponibilitá che non prevede orari di ufficio e i computer negli studi d'affari sono accesi anche nei giorni di festa.

La maggior parte dei soci ha inoltre dichiarato una particolare difficoltà nel separare la vita professionale da quella privata, con un work-life balance sempre più difficile da raggiungere anche a causa di blackberry e cellulari che permettono di accedere alle email di lavoro anche da casa. Questo problema é percepito come "grave" dall'8% degli intervistati e "considerevole" dal 34 per cento.
Ancora, solo un quinto degli intervistati da LegalWeek ha dichiarato di non avere mai pensato a una carriera alternativa, da scegliere proprio a causa dello stress.

«La competizione sempre più marcata tra gli studi, la dipendenza da Blackberry e le aspettative dei clienti con la consapevolezza che qualcosa si é rotto nel sistema law firm dopo crisi globale che ha portato a parcelle competitive e licenziamenti, sono i maggiori fattori di stress negli studi legali», commenta Andrea Buti, associate che lavora nella sede di Londra dello studio americano Davis Polk & Wardwell.

Secondo Buti lo stress aumenta in maniera notevole con la seniority.
«Per i soci la ricerca di nuove opportunitá è molto stressante, ma dipende da studio a studio. La maggioranza dei clienti di Davis Polk ad esempio, sono con noi da anni, basta pensare a JP Morgan che seguiamo da oltre un secolo», prosegue il collaboratore, che spiega che negli Stati Uniti e in Inghilterra le strutture di supporto tra cui sistemi informatici, know-how, archivi, precedenti, e staff paralegale agevolano il lavoro dell'avvocato.

All'estero inoltre, le parcelle sono oggetto di minori discussioni e negoziazioni, «e le relazioni cliente-studio, invece di cliente-avvocato come in Italia, sono spesso solide. In Italia si socializza di più tra colleghi e clienti e l'ambiente di lavoro a volte è più divertente. Ma lo stress a cui si viene sottoposti è molto simile», prosegue l'avvocato.

Secondo Buti, gli studi possono limitare lo stress a cui sono sottoposti i collaboratori mettendo i collaboratori nelle condizioni di lavorare meglio, anche perché dire di no quando un cliente chiede il lavoro entro una certa data è impossibile. E le soluzioni, secondo Buti, sono poche. «Sempre più avvocati, almeno qui a Londra, cercano alternative alla classica carriera da business lawyer e orari e stress minori. Allo stesso tempo, per chi vuole fare carriera lavorando sulle operazioni più importanti, le alternative allo stress sono poche».

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