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Questo articolo è stato pubblicato il 07 settembre 2011 alle ore 08:05.
ROMA - Aumento dell'Iva ordinaria dal 20% al 21%. Ripristino del contributo di solidarietà ma solo sopra i redditi superiori ai 300mila euro e con un'aliquota del 3%. Anticipo dal 2016 al 2014 del meccanismo per alzare gradualmente l'età pensionabile delle lavoratrici private da 60 a 65 anni. E attenuazione del dispositivo sul carcere per gli evasori fiscali: per far scattare le manette al già previsto superamento della soglia di 3milioni di euro dovrà corrispondere anche il 30% del volume d'affari.
È questo il nuovo mini-pacchetto di correttivi alla manovra su cui alla fine la maggioranza è riuscita, non senza nuove tensioni, a trovare un'intesa e a dare una risposta anzitutto all'appello di lunedì del capo dello Stato ad adottare subito misure più robuste ma anche alle sollecitazioni del Governatore di Bankitalia e presidente in pectore della Bce, Mario Draghi.
Le modifiche sono confluite in un maxi-emendamento presentato in tarda serata al Senato su cui il governo ha posto la fiducia (la 49esima dall'inizio della legislatura), che è stata autorizzata da un improvviso Consiglio dei ministri pomeridiano. Che, al termine di giornata caratterizzata da un nuovo giro di contatti telefonici tra Palazzo Chigi, Quirinale e Banca d'Italia, ha riservato un'ultima sorpresa: l'abbassamento a quota 300mila euro del tetto sopra il quale far scattare la super-Irpef, che solo qualche ora prima era stato fissato a 500mila euro dalla nota ufficiale diramata dalla Presidenza del Consiglio dopo il vertice in cui Silvio Berlusconi, il ministro Giulio Tremonti e lo stato maggiore di Pdl e Lega, avevano concordate le ultime modifiche. E sempre nel corso del Consiglio dei ministri Berlusconi sarebbe tornato a chiedere la cancellazione o l'attenuazione della misura sulle manette agli evasori, in un primo tempo non prevista.
L'accordo nella maggioranza prevede, inoltre, il varo in un nuovo Consiglio dei ministri già convocato per domani, del Ddl costituzionale sull'inserimento nella Carta del vincolo del pareggio di bilancio, nonché l'integrazione del ddl Calderoli sul riassetto istituzionale e il dimezzamento dei parlamentari con l'abolizione delle province.
La nuova versione della manovra, giudicata positivamente da Confindustria ma criticata dall'opposizione e anche dai sindacati per i nuovi interventi su Iva e pensioni, sarà approvata oggi da Palazzo Madama, ovvero 24 ore prima dell'attesa riunione della Bce in cui verrà affrontata la questione dell'acquisto dei titoli italiani. La manovra passerà subito alla Camera per l'ok definitivo che dovrebbe arrivare a metà della prossima settimana, anche se se non si esclude un anticipo a sabato del il disco verde finale.
Per Berlusconi di più non si poteva fare. «La crisi è grave. Dobbiamo rafforzare la manovra, rassicurare i mercati, arrivare in fretta alle misure per la crescita», ha detto il premier alla sua maggioranza chiedendo un ulteriore sforzo e sottolineando la necessità di ricorrere alla fiducia per garantire al decreto un'approvazione molto rapida. E così da Tremonti è arrivato l'ok all'aumento dell'Iva, che il ministro avrebbe preferito utilizzare nell'ambito della delega fiscale, e dalla Lega una piccola concessione sulla mini-stretta sulle pensioni delle donne, anticipata ma solo al 2014. Lo stesso Berlusconi ha dovuto cedere sul contributo di solidarietà che è stato comunque ripristinato solo su poche decine di migliaia di redditi molto elevati e con un aliquota limitata.
Con gli ultimi ritocchi, la manovra è stata rafforzata sul fronte dei saldi e delle coperture, grazie all'aumento di un punto dell'Iva ordinaria, che garantirà circa 4 miliardi, ma non si è allontanata dalla sua fisionomia originaria. Nonostante il nuovo micro-anticipo, la mini-stretta sulle pensioni delle delle lavoratrici private produrrà i primi risparmi soltanto dal 2015. Quanto al contributo di solidarietà, nella nuova formulazione il prelievo interesserà solo 34mila super-contribuenti (erano appena 11mila con la soglia a 500mila euro) attraverso un'aliquota limitata al 3 per cento. La super-Irpef è stata comunque raddoppiata per i parlamentari che oltre all'indennità hanno conservato un reddito da lavoro.
Il faticoso accordo raggiunto lascia non pochi strascichi nella maggioranza, anche per il pressing del Pdl sulla Lega per aprire in autunno un tavolo sulle pensioni.
Il momento dell'operazione determinerà il prelievo (di Raffaele Rizzardi)
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