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Questo articolo è stato pubblicato il 10 ottobre 2011 alle ore 15:29.

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Per attenuare il peso delle aliquote ritenute dal direttore dell'Agenzia delle Entrate «effettivamente elevate» spunta una parziale soluzione dello stesso Befera che ai microfoni di Barbara Palombelli a Radio 2 (ascolta l'audio) ha dichiarato: «Credo che sia opportuno pensare a qualche forma premiale, qualche riconoscimento» ai contribuenti che puntualmente pagano tutte le tasse. «In un sistema che è basato sull'autotassazione credo sia opportuno pensare a una forma di riconoscimento. Per esempio si potrebbe citare o dare un encomio a chi, a seguito di attività di verifica, è risultato perfettamente in regola».

Nessuno studio sul condono

Allontanato con una battuta il tormentone del condono tombale «È un'ipotesi politica, io sono un tecnico» Befera durante la trasmissione si è soffermato sul redditometro che contribuirà in modo efficace alla lotta all'evasione: «Andremo a confrontare la disponibilità finanziaria, cioè quante macchine, quante barche, e poi quanto dichiara il contribuente. È ovvio che se la barca è registrata in un registro navale estero per noi è impossibile avere informazioni. Però noi abbiamo tutte le informazioni dei registri navali italiani, come abbiamo tutte le informazioni del registro automobilistico».

Gli italiani hanno paura delle banche e preferiscono i contanti, ma così alimentano il nero

Le cause dell'evasione, ha aggiunto poi Befera, vanno ricercate «nel dna dell'Italia, la nostra nazione è nata 150 anni fa, prima c'era un frazionamento e una grande presenza di stranieri. La cultura del pagamento delle imposte è recentissima rispetto a quanto fanno gli inglesi e agli americani». Il direttore ha anche ricordato che all'estero «gli addetti alla riscossione sono molto più cattivi di noi», anche se il numero di evasori è più limitato.
«L'Italia è in crisi ma la crisi è globale, la notra economia è sana anche se abbiamo un enorme debito pubblico. Non dobbiamo dunque avere paura che la nostra banca salti, abbandoniamo il materasso. Nel nostro Paese circolano 255 miliardi di beni in nero grazie al contante. Interrompiamo questo circolo, utilizziamo le carte di credito e la tracciabilità dei nostri pagamenti». (L.B)

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