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Questo articolo è stato pubblicato il 15 novembre 2011 alle ore 06:40.

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Un appello al dialogo al nuovo Governo. È quello che arriva dai professionisti italiani. Un dialogo che dovrà rimediare all'impatto negativo del Dl 138/2011 e del maxiemendamento alla legge di stabilità.
«Qualche giorno fa – ha spiegato ieri in una nota Marina Calderone, presidente del Cup e del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro – il Parlamento è intervenuto nuovamente sul tema, regolamentando le società professionali. Il testo, così come è formulato, rischia di creare non pochi problemi a causa dell'imprecisione di alcuni passaggi che potrebbero vanificare gli scopi che si prefiggeva la legge di agosto. Anche sulle società professionali, non si può non definire come decisamente discutibile la scelta fatta dal legislatore di consentire che i soci di capitale possano detenere anche la quota di maggioranza del capitale e amministrare la società. Se la scelta era quella di consentire l'ingresso in massa dei capitali nel circuito professionale, allora perché prevedere una nuova "società tra professionisti" che poi altro non è che una comunissima società di capitali?».

Critico, in particolare, sull'intervento relativo al collegio sindacale è il presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, Claudio Siciliotti: «Diminuire i componenti di questo organo comporta una grave lesione del suo funzionamento. Un organo monocratico è più facilmente condizionabile e in più si sacrificano i giovani professionisti e i diritti delle minoranze. Non siamo dei privilegiati e non possiamo essere al centro del mirino».
Per il presidente dell'Organismo unitario dell'avvocatura Maurizio de Tilla la legge di stabilità va modificata perchè di fatto mette «gli Ordini sotto la mannaia dell'abrogazione degli ordinamenti, con un semplice provvedimento governativo. Tutto ciò può essere la conseguenza di una svista del legislatore, per questa ragione chiediamo che si corregga urgentemente». L'Oua critica da tempo i provvedimenti che hanno interessato l'avvocatura: dalla mediaconciliazione obbligatoria alla delega sulla geografia giudiziaria. «Crediamo che il nuovo Esecutivo – conclude de Tilla - debba intervenire per modificare queste norme».

Esprime "totale dissenso" su alcune delle norme che riguardano le professioni, inserite nella legge di stabilità, il Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori presieduto da Leopoldo Freyrie: «Aver eliminato ogni riferimento, anche solo informativo, alle tariffe professionali non sarà solo lesiva proprio della dignità dei professionisti, ma esporrà i consumatori alle truffe».

LE POSIZIONI DEGLI ORDINI

Società professionali
Per Marina Calderone è discutibile la scelta di consentire che i soci di capitale possano detenere la quota di maggioranza delle società professionali

Collegio sindacale
Secondo Claudio Siciliotti diminuire i componenti del collegio sindacale comporta una grave lesione del funzionamento di questo organo

Ordinamenti a rischio
Per Maurizio de Tilla la legge di stabilità mette «gli Ordini sotto la mannaia dell'abrogazione degli ordinamenti, con un semplice provvedimento governativo»

Tariffe professionali
Secondo Leopoldo Freyrie aver eliminato ogni riferimento alle tariffe lederà la dignità dei professionisti ed esporrà i consumatori alle truffe

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