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Questo articolo è stato pubblicato il 17 gennaio 2012 alle ore 16:11.

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Bancari, 15mila giovani in tre anniBancari, 15mila giovani in tre anni

È arrivato il momento per la non stop e per rinnovare il contratto collettivo nazionale dei bancari ormai scaduto da più di un anno. Alla fine del lungo incontro di ieri, i sindacati hanno affidato ad Abi una controproposta che «contiene il pieno recupero inflattivo e valorizza tutti i diritti acquisiti dai lavoratori che non possono essere toccati. Tra questi c'è innanzitutto l'indennità di rischio», spiega il segretario generale della Fabi, Lando Sileoni. La proposta è stata «avanzata unitariamente e può, se raccolta dall'Abi, favorire il percorso contrattuale ancora pieno di ostacoli», dice Agostino Megale, segretario generale della Fisac Cgil. Certo è che se il negoziato portasse in porto quel Fondo per l'occupazione capace di sostenere 5mila assunzioni di giovani all'anno, dunque 15mila nel triennio, acquisirebbe un forte connotato sociale. E politico al tempo stesso.

A tirare la volata alla trattativa c'è stata la lettera che sabato il presidente dell'Associazione bancaria italiana, Giuseppe Mussari, ha inviato ai vertici delle banche per chiedere moderazione salariale per le figure apicali e più rilevanti aziendalmente per il periodo di vigenza del ccnl delle altre categorie. Inoltre il presidente Mussari ha chiesto alle stesse figure un apporto del 4% della retribuzione fissa al Fondo per l'occupazione.

Un segnale dall'alto chiesto da tempo soprattutto dal segretario generale della Fabi, Lando Sileoni insieme alle altre sigle che a questo punto dovranno trovare una mediazione su richieste economiche più vicine a quelle di Abi che a quelle della loro piattaforma (205 euro). E ieri, Francesco Micheli, che guida la delegazione sindacale di Abi, ha ribadito che l'offerta è di un aumento di 150 euro a regime: 50 per il 2012, 50 per il 2013 e 50 per il 2014. Il segretario generale della Uilca, Massimo Masi, però, osserva che «per chiudere sulla richiesta economica siamo ancora distanti perché è necessario garantire il recupero salariale dell'inflazione, quindi il 6,20%, che corrisponde a 174 euro a regime».

L'offerta economica delle banche si affianca a una serie di richieste come il blocco degli scatti d'anzianità per 3 anni, la sospensione per 3 anni delle 23 ore di Banca delle ore, la riduzione del numero di ex festività, la revisione di voci che entrano nel calcolo del Tfr, la revisione dell'indennità di rischio, con sostituzione con una polizza, da definire a livello aziendale. Su questi temi si è accesa la discussione.

Sileoni ha spiegato che «è impensabile sostituire l'indennità di cassa con una polizza assicurativa ed è fuori discussione che si riduca il numero delle ex festività soppresse. Quanto alla richiesta dell'Abi di rinunciare alle prime 23 ore di "banca delle ore" per tre anni, il sindacato risponde che semmai si potrebbe ridurre del corrispettivo temporale di una giornata il monte della «banca delle ore», da devolvere al Fondo per l'occupazione per tre anni».

E siamo all'occupazione e ai giovani, uno dei capitoli più importanti. Sileoni ne fa «una delle prioprità di questo negoziato». Il Fondo per il sostegno dell'occupazione sarebbe finanziato «utilizzando una giornata della banca delle ore, una festività dei quadri e dei dirigenti e poi un contributo di top manager e consiglieri di amministrazione del 4% della parte fissa della retribuzione»spiega Megale. Strumenti come la banca delle ore possono essere usati in termini solidaristici ma non per compensare dinamiche di costi salariali».

Il Fondo dovrebbe «sostenere 5mila nuove assunzioni di giovani all'anno, dunque 15mila nel triennio», aggiunge. Se per i giovani Abi propone di attivare una «banda d'ingresso» che prevede uno stipendio del 20% in meno per i neoassunti, i sindacati hanno risposto con la proposta di un salario di inserimento per i neoassunti con certezza di qualifica terza area primo livello e retribuzione inferiore del 15% per 3 anni. Sempre sul capitolo occupazione Abi è tornata a proporre i contratti complementari «per l'insourcing di alcune attività esternalizzate» con un 20% di retribuzione in meno e 40 ore di lavoro alla settimana invece di 37,5. Sull'orario, infine, Abi ha confermato la richiesta "8-22". Sileoni ha però chiarito che «bisogna escludere il sabato e le modalità dei turni devono essere tali da garantire e conciliare tempi di lavoro e tempi di vita».

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