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Questo articolo è stato pubblicato il 18 gennaio 2012 alle ore 07:52.

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Leopoldo FreyrieLeopoldo Freyrie

«Siamo l'unico Paese al mondo che ha realizzato il suo secondo hub aeroportuale senza neanche un concorso di progettazione e il risultato di questa politica si vede: un orrendo edificio fa da porta di accesso da tutto il mondo alla più importante area economica del Paese. Non andrà meglio all'Expo, dove la qualità sarà scadente, come a Malpensa».

Finisce così la lunga conversazione con il presidente del Consiglio nazionale degli architetti, Leopoldo Freyrie, partita dal tema della riforma delle professioni. Finisce così, non a caso, perché - come dice fin dall'inizio - «sono tutte sciocchezze queste cose spacciate per liberalizzazioni che porterebbero un aumento del Pil, mentre è vero che dovremmo finalmente chiudere questa discussione sugli Ordini e cominciare a parlare di una politica economica per le professioni che favorisca la crescita, il lavoro, il mercato». Mentre si parla tanto di aprire i mercati, «il mercato della progettazione è sempre più chiuso e le società di ingegneria da una parte, quelle pubbliche e parapubbliche dall'altra l'hanno drasticamente ridimensionato».

Per Freyrie gli architetti non hanno paura delle trasformazioni della professione e dello studio, sono pronti a riorganizzarsi, «ma non si vede perché vogliano attribuirci gli svantaggi di considerarci imprese e nessun vantaggio: l'agenzia delle Entrate, per esempio, ci ha negato l'accesso ai benefici del modello fiscale delle reti di impresa, che favorirebbe quelle aggregazioni flessibili di cui abbiamo bisogno per competere sul mercato, così come ci viene negato l'accesso ai Confidi e ai fondi di formazione».
Concretezza, dunque, perché «il problema vero è che la pubblica amministrazione paga ormai a un anno e i privati a sei mesi, mentre riceviamo dalle banche credito a 60 giorni». Gli studi chiudono e gli investimenti non si fanno. Se si fanno, come nel caso di Malpensa, i progettisti vengono selezionati senza concorsi.

Il Consiglio nazionale degli architetti e tutti gli Ordini provinciali sostengono la legge, proposta dal settimanale del Sole «Progetti e concorsi», ora all'esame della Camera con il sostegno Pdl-Pd-Udc, per il rilancio dei concorsi di architettura come via di uscita dalla crisi per favorire la trasformazione urbana. «Come è accaduto in Germania - dice Freyrie - il Governo dovrebbe lanciare una politica economica per lo sviluppo ricominciando dal ruolo che le professioni possono avere in questo rilancio. Non vedo niente di tutto questo, vedo solo retorica vuota sulle professioni e sulla crescita.
Non vedo un progetto urbanistico e di riqualificazione di questo Paese che cade a pezzi e nessuno chiama gli architetti per discutere un progetto di questo tipo. In Germania hanno fatto una riflessione, poi si è deciso che gli architetti sono importanti per rilanciare lo sviluppo del territorio e hanno ripristinato tariffe minime senza obiezioni dell'Unione europea. L'Europa chiede solo coerenza fra politiche e strumenti normativi».

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