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Questo articolo è stato pubblicato il 19 aprile 2012 alle ore 08:09.

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di Marco Mobili
ROMA - Gli indennizzi per la mancata partecipazione all'asta sulle frequenze Tv dopo la cancellazione del beauty contest, i ritocchi al versamento e agli sconti Imu, nonché l'assicurazione del Governo che, una volta terminata la spending review, cercherà di individuare una copertura alternativa ai nuovi tagli lineari sulle spese dei ministeri, necessari per assicurare l'adeguato finanziamento proprio agli sconti Imu (si veda Il Sole 24Ore di ieri).

Sono questi i principali nodi del decreto sulle semplificazioni fiscali sciolti ieri dalla Commissione Bilancio della Camera, prima che il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, ponesse in Aula la questione di fiducia per il via libera di Montecitorio. Un passo di fatto obbligato, per consentire il terzo passaggio al Senato prima dell'approvazione definitiva che dovrà arrivare obbligatoriamente, pena la decadenza del Dl, entro il 1° maggio.

Il testo su cui oggi sarà chiamata l'Aula della Camera a confermare la fiducia è quello rivisto e corretto ieri pomeriggio dalla Commissione Finanze dopo le ultime modifiche chieste dai colleghi della Bilancio per assicurare il pieno rispetto del vincolo di copertura imposto dall'articolo 81 della Costituzione. In tutto undici ritocchi e una raccomandazione sulle coperture agli sconti Imu. Ma su cui si è concentrato il lungo confronto in Commissione Bilancio. Da una parte il Governo e, ironia della sorte il Pd, a sostenere la necessità del taglio lineare sulle spese dei ministeri di tremontiana memoria. Dall'altra il Pdl e lo stesso relatore del parere - il presidente della Commissione Bilancio, Giancarlo Giorgetti (Lega) - a chiedere il ripristino della copertura agli sconti Imu introdotta al Senato e fortemente contestata dal Comuni: la riduzione compensativa della dotazione del Fondo sperimentale di riequilibrio. Il braccio di ferro si è chiuso alla fine con l'impegno del sottosegretario all'Economia, Vieri Ceriani, di individuare una copertura alternativa ai tagli lineari sulle spese dei ministeri e alla riduzione delle spese di funzionamento di Inps, Inail e Monopoli, non appena l'Esecutivo completerà l'attività in corso di spending review.

Tra le modifiche dell'ultima ora spiccano gli sconti Imu per gli anziani e gli ospiti delle case di cura, nonché per gli italiani che risiedono all'estero e che hanno una casa in Italia non affittata. Se i Comuni vorranno agevolarli, facendo pagare loro l'imposta con l'aliquota ridotta per la prima casa e le relative detrazioni, dovranno farsi carico di tutto il costo. Lo Stato non dovrà rimetterci. Per questo è stata cancellata dalla norma l'iniziale rinuncia dello Stato alla sua riserva del 50% sull'Imu secondaria. In sostanza i Comuni se vorranno scontare il prelievo dovranno attingere dallo loro quota d'Imu.

Precisazione ritenuta necessaria anche sul versamento in tre o due rate dell'Imu. La riformulazione al testo portato definitivamente all'esame dell'Aula chiarisce inequivocabilmente che nel corrispondere la seconda rata occorre anche versare l'eventuale conguaglio sulla prima rata. E per restare in materia di Imu è arrivata anche la precisazione sul pagamento dell'imposta da parte dei coniugi separati che hanno il diritto di abitazione dell'immobile.

Non poteva passare indenne al vaglio della Bilancio la norma che introduce l'asta per l'assegnazione delle frequenze Tv dopo la cancellazione del beauty contest. L'intervento richiesto individua nel Fondo rotativo per l'innovazione tecnologica, alimentato dagli incassi dell'asta sulle frequenze Tv, la fonte da cui il Governo potrà recuperare le risorse necessarie per liquidare gli indennizzi dovuti per lo stop del beauty contest. Salta, infine, l'assistenza fiscale a chi è privo di sostituto d'imposta. Sono stati cancellati i tre commi dell'articolo 3 che avrebbero consentito, anche a chi ha perso il lavoro, di ricorrere ai Caf e ai professionisti per la liquidazione delle imposte dovute. I rimborsi dell'assistenza fiscale prestata da parte dello Stato risultavano privi di adeguata copertura.

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