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Questo articolo è stato pubblicato il 22 febbraio 2013 alle ore 09:52.

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Il redditometro non può sacrificare la sfera privata del singolo cittadino: lo sostiene una sentenza della sezione di Pozzuoli del tribunale di Napoli che ha accolto il ricorso di un pensionato residente nella cittadina flegrea, assistito dall'avvocato Roberto Buonanno. Il pensionato ha lamentato che attraverso il monitoraggio delle spese si possono conoscere anche gli aspetti più privati della vita del singolo cittadino, includendo anche le spese per cure mediche. E il redditometro finirebbe per passare al setaccio anche le spese per soggetti diversi dal contribuente.
Ragioni che il giudice Antonio Lepre - scrivono alcuni quotidiani - ha ritenute fondate costituendo così un precedente giurisprudenziale destinata a far discutere.
Il giudice - ha confermato stamani l'avvocato Buonanno - ha anche ordinato la cancellazione dei dati acquisiti. Lo stesso Buonanno ha evidenziato come "l'azione della pubblica amministrazione debba essere proporzionata ai fini dell'interesse pubblico che essa persegue".

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