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Questo articolo è stato pubblicato il 13 marzo 2013 alle ore 10:25.

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Mancano tre mesi alla riforma del condominio: il 18 giugno mezza Italia cambierà le regole della vita in casa, nel bene e nel male di una legge che ha suscitato una selva di polemiche e che dovrà essere corretta per evitare che parta zoppa. E a correggerla ci proveranno tutte insieme le associazioni di categoria con il Sole 24 Ore.

Siamo quasi metà di quel semestre necessario per studiare e digerire le nuove norme: la legge 220/2012 è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 18 dicembre scorso, dopo una gestazione di parecchi anni e un'approvazione a rotta di collo, fatta per evitare che incappasse nelle secche di fine legislatura. La buona volontà questa volta è stata messa, la tecnica legislativa un po' meno. Per questo, forse, ma anche perché la norma va a modificare disposizioni civilistiche vecchie di 70 anni, sono stati concessi sei mesi di vacatio legis, con la conseguenza che gli esperti del Sole 24 Ore e delle associazioni di categoria hanno potuto dedicarsi a ragionare sulle novità e sulla loro effettiva applicazione.

Per questo il Sole 24 Ore ha lanciato l'idea di mettere la riforma in grado di funzionare. In sostanza, ci sono norme perfettamente condivisibili o quanto meno pronte a essere applicate. Tra queste sicuramente quella che richiede all'amministratore i requisiti di onorabilità, un diploma delle superiori e aver seguito un corso di formazione iniziale e quelli periodici. Ma (e questo è un limite forse inutile), se ha già svolto questa funzione per almeno un anno nell'ultimo triennio, potrà fare a meno di diploma e corso di formazione iniziale; se poi è uno dei condòmini, evita anche la Rc professionale e la formazione periodica. Poi va apprezzata la possibilità di "modificare" la destinazione d'uso delle parti comuni: ci vorrà l'80% dei condòmini e dei millesimi; sarà così possibile costruire box nel giardino o installare impianti di cogenerazione nei locali comuni. O ancora, va nella giusta direzione la norma che stabilisce che non sarà più possibile vietare la detenzione di animali domestici con i regolamenti condominiali votati in assemblea.

Ma altri aspetti vanno corretti subito: uno consiste nella possibilità di distaccarsi dal riscaldamento centralizzato, norma che cozza contro ogni logica di risparmio energetico e di lotta all'inquinamento. Vero è che le condizioni richieste sono difficili ma la sola possibilità innescherà una selva di contenziosi inutili. O l'obbligo del fondo condominiale per i lavori di straordinaria manutenzione, che obbliga a escamotage interpretativi che offrono il fianco a facili liti.
Il Sole 24 Ore ha già raccolto le osservazioni delle associazioni di categoria e professionali coinvolte nella riforma (Agiai, Alac, Anaci, Anaip, Anammi, Anapi, Apac, Arpe-federproprietà, Assocond, Asppi, Assoedilizia-Confedilizia, Confai, Confabitare, Confappi-Fna, Gesticond,Ordine degli avvocati di Milano, Unai e Uppi) e presto sarà redatto un vero testo normativo da presentare al nuovo Governo: la riforma potrà così entrare in vigore con le gambe sane.

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